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A dieci anni dalla tragedia che ha cambiato la storia del mondo, l’ambasciatore Giorgio Radicati, ricorda con un libro quei drammatici giorni, che egli, allora console generale a New York, visse da testimone diretto

53 Radicati 11 settembre (5)
Tutti ricordiamo la fierezza con la quale l’ambasciatore Giorgio Radicati, quando era in servizio a Praga (dal 2003 al 2006), mostrava il casco dei pompieri di New York che era in mostra nel suo ufficio.
Quel tipico elmetto scuro era uno dei ricordi più cari della sua sede di servizio precedente, il Consolato generale d’Italia di New York, che aveva guidato dal 1998 al 2003. I vigili del fuoco glielo donarono, insieme al grado di capitano ad honorem, in segno di riconscenza per il massimo impegno con il quale Radicati si era speso nei giorni di quella tragedia, conquistandosi la stima della grande comunità italiana d’America.
Oggi, a dieci anni di distanza da quell’evento che ha cambiato le geografie del mondo, l’ambasciatore ha deciso di pubblicare un libro sull’11 settembre. Egli ci riporta, con questo volume della Iacobelli editore, alla New York di quei giorni, anche attraverso la voce dei grandi protagonisti: il sindaco Rudolph Giuliani, i vigili del fuoco, i connazionali scampati al disastro, i parenti delle vittime. Il tutto corredato da un ricco inserto fotografico. La testimonianza di Radicati – che si estende sino agli interventi militari in Afganistan e in Iraq – è impreziosita anche da una prefazione del professor Joseph LaPalombara, politologo dell’Università di Yale.
L’emozionante narrazione parte dalla telefonata di quella storica mattina, quando la sua segretaria, la signora Lisa, lo chiamò per dargli la prima, frammentaria, notizia: “C’è stato un incidente. Un piccolo aereo da turismo è andato a sbattere contro una delle Twin Towers”. Era l’11 settembre del 2001, “mancavano cinque minuti alle 9.00” racconta Radicati, catturando sin dalla prima pagina l’attenzione del lettore.