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Nel 2017 abbiamo salutato Jan Tříska, popolare attore di cinema e di teatro, morto dopo essere misteriosamente caduto dal Karlův most

Guardando indietro ai quarant’anni di Comunismo in Cecoslovacchia, sono stati numerosi gli artisti illustri un tempo osteggiati dal regime che sono poi riusciti fortunatamente a riprendersi il proprio spazio dopo il 1989. In pochi però sono stati capaci di una resurrezione artistica così impressionante come quella dell’attore Jan Tříska, morto di recente.

Impostosi come uno dei migliori talenti del teatro cecoslovacco negli anni ‘60 e ‘70, fu costretto poi all’esilio negli Stati Uniti per la sua amicizia con Václav Havel e per le sue posizioni considerate controrivoluzionarie, e infine protagonista di un ritorno trionfale dopo la Rivoluzione di Velluto. A tal punto che la sua grande popolarità in patria va attribuita proprio al film Obecná škola (Scuola Elementare), del 1991, la sua prima pellicola ceca dopo i 14 anni trascorsi oltreoceano.

Eppure per Tříska – deceduto lo scorso 25 settembre, a seguito di una caduta dal Ponte Carlo in circostanze non ancora chiarite – Obecná škola ha costituito un semplice capitolo di una vita di dramma e dissidenza, trascorsa fra due mondi opposti.

Nato nella capitale cecoslovacca nel 1936, la sua carriera artistica iniziò sui palcoscenici teatrali quando – dopo quattro anni nella Damu (la Facoltà di Teatro dell’Accademia delle Arti Performative) – divenne nel 1959 il più giovane componente della compagnia di attori del Národní divadlo di Praga.

Durante gli studi all’accademia fece da subito parte del cast di varie opere di rilievo come Bílá nemoc (The White Disease, 1956-1957) di Karel Čapek, in cui ebbe il ruolo di assistente. Ci mise poco tempo però a lasciare il segno anche come attore in ruoli shakespeariani come quello di Edmund nel Re Lear (1961), e finalmente come protagonista maschile in Romeo e Giulietta. È il periodo in cui il giovane Tříska riuscì a farsi conoscere anche attraverso ruoli cinematografici e televisivi, spesso in fiabe come il popolarissimo Radúz a Mahulena (1970). Tuttavia, sono anche gli anni della Normalizzazione e delle prime scintille di contrasto con i nuovi poteri dell’epoca.

Nel 1966 Tříska divenne membro del Divadlo za branou, fondato dal regista Otomar Krejča, leggenda del teatro che di lì a poco cadde in rovina per il suo sostegno alla Primavera di Praga – fino ad essere estromesso nel 1970 dalla attività artistica, un anno prima della chiusura definitiva del Divadlo za branou. Quello di Krejča fu un destino che anticipò quello del discepolo Tříska. Grazie alle proteste internazionali, Krejča riuscì a lasciare la Cecoslovacchia, per trovare rifugio e riprendere l’attività di regista teatrale in Germania, Francia e Italia, dove vinse il Premio Pirandello.

Tříska nella bufera ci finì già nel tragico agosto del 1968, per una trasmissione radiofonica da Liberec in cui commentava l’arrivo dei carri armati russi a Praga, insieme al suo amico e futuro capo di stato, Václav Havel. Le cose peggiorarono nel 1977. Essendo considerato presenza sgradita, l’attore cercò di deviare le attenzioni negative accettando un ruolo nella serie 30 případů majora Zemana, all’epoca popolarissimo ma oggi visto come propaganda del partito comunista.

In una delle sue ultime interviste con la rivista Reflex affermò di essere stato contattato dalla StB, la polizia segreta, ma di aver rifiutato di cooperare. Tuttavia, le voci che infastidivano le autorità erano quelle riguardanti la sua presunta simpatia per il manifesto di dissenso civile Charta 77. Tutto questo nonostante Tříska avesse firmato l’anti-Charta, la presa di posizione imposta dal regime a diversi artisti.

Dopo la tragica morte di Tříska, questo settembre, l’attore, comico e sceneggiatore Zdeněk Svěrák ha rilasciato un’intervista alla rivista politica Respekt sulla sua prima esperienza lavorativa di rilievo con l’amico “Honza”: nella commedia di Jiří Menzel, Na samotě u lesa (1976). Nel numero dedicato all’attore appena scomparso titolato “Český idol”, Svěrák racconta come la produzione fu bloccata per qualche giorno proprio perché Menzel si mostrò inamovibile sul volere esclusivamente Tříska nella parte del medico; le riprese poterono iniziare solo quando il regista ricevette l’autorizzazione.

L’attore ritratto da Svěrák, tuttavia, è un personaggio che mostrava ritrosia a discutere della propria situazione, ma che non esitava a scherzare e deridere i politici cecoslovacchi dell’epoca nonostante la presenza di “spie” sul set.

Tříska alla fine del 1977, vedendo la situazione in Cecoslovacchia definitivamente deteriorata, decise di emigrare con la moglie, l’attrice Karla Chadimová, e i due figli. Emigrare – pensava – per non tornare mai più, visto che i comunisti lo classificarono subito come un “controrivoluzionario ed un criminale, sequestratore di due bambini”, dato che le autorità dell’epoca consideravano i bambini come “proprietà dello Stato socialista”. Dopo una sosta in Canada, la famiglia Tříska sbarcò negli Stati Uniti.

Le difficoltà iniziali con la lingua inglese non impedirono al praghese di conquistare l’America, sia nel teatro che nel cinema, dove poté contare sul compatriota Miloš Forman per un ruolo in Ragtime (1981). Seguirono piccoli ruoli in vari film di rilievo come Osterman Weekend (1983), di Sam Peckinpah, e 2010 – L’anno del contatto, il sequel di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.

Per un attore così talentuoso, si trattava di ruoli minori, tipicamente agenti del Kgb, spie, medici o scienziati russi, ma sempre interpretati con grandissima professionalità. La sua carriera americana continuò anche negli anni ‘90 con interpretazioni memorabili in Larry Flynt – Oltre lo scandalo (1996), diretto ancora da Miloš Forman, e Ronin con Robert De Niro. Il regista del secondo film, John Frankenheimer scelse l’attore boemo personalmente, essendo stato colpito dalla sua ottima prova nel ruolo di Henry Wirz, il Comandante del campo di concentramento confederato, nel suo film televisivo del 1996 Andersonville, tanto da definirlo “il Laurence Olivier ceco”.

Tuttavia, la verità è che questo artista tanto amato sarebbe finito nell’oblio collettivo se non ci fosse stato l’evento che ha segnato il destino della Cecoslovacchia: la Rivoluzione di Velluto e la fine del regime comunista. Da una parte, Tříska era orgoglioso della sua nuova patria e si sentiva ormai americano. Eppure non poté resistere all’invito di Zdeněk Svěrák di essere protagonista nel film Obecná škola (Scuola Elementare:1991), da lui scritto e diretto dal figlio Jan. Oltre ad essere uno dei film cecoslovacchi di maggior successo (candidato all’Oscar al miglior film straniero), Tříska – grazie alla magistrale interpretazione del suo personaggio, un insegnante, presunto eroe di guerra – diventò una celebrità in patria.

L’affetto riacquistato dalla Cechia nei confronti dell’espatriato è continuato nel nuovo millennio con una serie di interpretazioni di grande spessore: Želary (2003: candidato all’Oscar), Horem pádem (2004), e soprattutto nella parte del Marchese de Sade in Šílení (Follia: 2005) diretto da Jan Švankmajer.

Le circostanze della sua morte, lo scorso 25 settembre, sono ancora avvolte dal mistero, non essendoci testimoni. Si può pensare al suicidio, persino al fatto che qualcuno lo abbia spinto giù, ma l’ipotesi più convincente appare quella del tragico incidente, per quest’attore innamorato della sua città, che aveva l’abitudine di sostare in meditazione sul Ponte Carlo, traendone motivo di ispirazione.

Certo è che, malgrado i suoi 80 anni, Tříska stava ancora attraversando un periodo di grande fecondità artistica. Il pubblico l’aveva appena visto in Po strništi bos, il nuovo film di Zdeněk e Jan Svěrák. Due giorni dopo la morte sarebbero dovute iniziare le riprese di Na střeše, nel quale doveva essere protagonista. E risale ad appena lo scorso marzo il premio Kristián conferitogli nel corso del Febiofest di Praga per il suo contributo al cinema mondiale. Senza dubbio un giusto riconoscimento, per un attore unico e un idolo nazionale, che alcuni hanno definito il Marlon Brando o James Dean della Repubblica Ceca.

di Lawrence Formisano