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Gente in coda dalle cinque del mattino per poter entrare, una media di 50 mila visitatori al giorno, la magica soglia di cinque milioni di ospiti superata prima di metà agosto. Sono queste solo alcune delle cifre indicative del successo che sta avendo la partecipazione ceca all’Expo di Shanghai 2010.
“Credo che nessun altro padiglione nazionale stia ottenendo un successo paragonabile al nostro” ci ha spiegato, senza nascondere la propria soddisfazione, Jiri Frantisek Potužnik, PR e addetto stampa della Repubblica ceca. Lo abbiamo incontrato a Shanghai, nel corso di questa che viene considerata la più grande Esposizione Universale della Storia.
“All’uscita del nostro padiglione abbiamo installato una telecamera, davanti alla quale ogni visitatore ci può lasciare un messaggio. Sinora non abbiamo registrato alcun parere negativo. Credo che ai visitatori piacciano soprattutto le nostre presentazioni di tipo “galleristico”, cioè il fatto che ci siano delle vere opere d’arte e non solo proiezioni video come avviene da altre parti”.
L’Expo è stato inaugurato lo scorso primo maggio e resterà aperto fino al 31 ottobre
La Repubblica ceca, come tutti gli stati partecipanti, conta di poter ricavare da questa presenza in Cina un ritorno in termini di immagine con effetti positivi anche di carattere economico. “La prima cosa che mi viene in mente – ci ha detto Potužnik – è il turismo. Il numero dei visitatori cinesi in Repubblica ceca è in continua crescita, nonostante la mancanza di un volo diretto per il nostro Paese. L’anno scorso abbiamo ricevuto 62 mila turisti cinesi. La nostra presenza qui a Shanghai, le reazioni che stiamo riscontrando, ci rendono fiduciosi sul fatto che questa cifra non potrà che aumentare”.
La partecipazione della Repubblica ceca a Shanghai sta dando risultati postivi nonostante alcune difficoltà che ne hanno caratterizzato la fase organizzativa, in primo luogo la ritardata nomina del commissario generale dell’Expo, Pavel Antonín Stehlík, in conseguenza del ritardato insediamento del governo dopo le elezioni del 2006.
“Nonostante tutto ciò siamo riusciti ad affittare questo padiglione, ottimo sia per la superficie, che supera i 2.000 mq, che per la posizione, perché posizionato direttamente sulla Piazza Europea. Poi abbiamo rispettato tutti i tempi organizzativi”.
60 Expo (1)
Toni di grande soddisfazione anche da parte di Helena Zavazalova, exhibition manager del padiglione della Città di Praga. La Capitale è infatti rappresentata all’Expo con un padiglione proprio, indipendente da quello della Repubblica ceca. In questo settore è stata allestita una ricostruzione del Ponte Carlo molto realistica, e persino una vera e propria hospoda ceca, con tanto di gulas, knedliky e chiaramente birra che scorre a fiumi e che i cinesi mostrano di gradire molto.
“L’Expo Shanghai, – che si svolge sotto lo slogan “Better city, better life” – è stato il primo a proporre i padiglioni in rappresentanza delle città. Questo fatto ha consentito la partecipazione di Praga” ci ha spiegato la Zavazalova, la quale ha messo in evidenza come la Capitale ceca sia una delle 50 città presenti con un proprio padiglione (“su oltre 350 città che avevano avanzato la richiesta di partecipazione”).
Lo slogan della presenza di Praga all’Expo è: “Una città moderna capace di proteggere il proprio patrimonio culturale”. Il riferimento è al sistema di tutela antialluvione che Praga è riuscita a realizzare e che propone al mercato straniero. “Attraverso questa manifestazione vogliamo sottolineare – ha spiegato la Zavazalova – che grazie a questo sistema la nostra città, durante le alluvioni tragiche del 2002, è riuscita a salvare la maggior parte dei suoi monumenti”.
Un grande successo di pubblico, quindi, e grandi aspettative della Repubblica ceca per questa importante manifestazione che la Cina ha voluto con forza per mostrare al mondo le sue grandi potenzialità e la sua competitività anche nell’organizzazione dei “grandi eventi”. Non sono mancate però polemiche e critiche all’organizzazione: l’”adattamento” dell’area destinata all’esposizione, dalla quale sono state rimosse molte abitazioni che vi sorgevano; gli ingenti costi organizzativi, superiori a quelli dei Giochi Olimpici di Pechino del 2008; la costruzione di padiglioni tecnologici e futuristici ma, in moltissimi casi, privi di contenuti, e la scarsa presenza di visitatori occidentali, sono alcune delle note stonate che hanno contrassegnato l’edizione 2010 di questa importante manifestazione nel cuore pulsante della capitale economica cinese.

Di Mauro Ruggiero (da Shanghai)