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Il nuovo tunnel automobilistico di Praga, in attesa di essere aperto al traffico automobilistico, è diventato un paradiso per i patiti della tavola a rotelle che lo considerano la pista più divertente d’Europa

All’inizio doveva rimanere un segreto per pochi appassionati dello skateboard. A quanto pare, invece, sono ormai centinaia gli appassionati che vi si introducono clandestinamente, soprattutto la notte, per poi sfrecciare a tutta velocità, lungo i chilometri di asfalto immacolato. Il tutto grazie anche ad un impianto di illuminazione già attivato e, a quanto pare, perfettamente in funzione.

Per ora Blanka, la galleria cittadina più lunga d’Europa, serve solo a questo. L’apertura alla circolazione automobilistica, che sarebbe dovuta avvenire all’inizio di dicembre, è infatti destinata con ogni probabilità a slittare al prossimo anno.

Il tunnel trapassa il sottosuolo nordoccidentale della Capitale (Praga 6 e Praga 7) per sei chilometri e 400 metri, con un percorso in pendenza ideale, da Strahov sino a Troja e al fiume, passando sotto Hradčany e Letná. I lavori da tempo appaiono terminati. Anche in superficie tutto è stato di nuovo sistemato, come segnalano i prati, le aiuole e i giardini tornati al loro posto, là dove sino a pochi mesi fa c’erano grandi cumuli di terra, mezzi pesanti e gru.

Ma i colpi di scena per il Tunnel Blanka sono sempre in agguato e la nuova giunta comunale, in procinto di insediarsi alla guida della città, è intenzionata a chiedere una più approfondita opera di controllo del sistema di sicurezza dell’impianto.

Foto: Ondřej Horák

Il complesso sotterraneo è parte integrante della tangenziale cittadina ed è distinto in tre sezioni: il Bubenečský tunel, il Dejvický tunel e il Brusnický tunel. Più una quarta componente in superficie, vale a dire il Trojský most, il ponte di Troja, che attraversa la Moldava nell’omonimo quartiere.

L’ingresso alla galleria è vietato, si rischia la multa e alcuni giovani sono stati anche fermati dalla polizia. Tutto questo non ha però impedito il tam tam fra gli appassionati, complici foto e video subito postati su Internet, con il risultato che al Blanka giungono a skateare persino giovani stranieri. Per questi acrobati ci vuole ben altro della innocua staccionata che dovrebbe impedire l’ingresso. A decantare le virtù della “autostrada praghese per le tavole a rotelle” sono state anche riviste specializzate, molto lette dai freestyler. E i vigili urbani, salvo poche eccezioni, sembra dimostrino ben poca solerzia nel correre dietro ai trasgressori e nell’ingaggiare inseguimenti, quasi sempre senza speranza.

“La pista più bella e più cara del mondo” ironizza intanto la stampa ceca, ricordando tutti i sospetti di corruzione e bustarelle che pesano su questa mega opera stradale, per la quale si supererà il conto finale di 40 miliardi di corone, quasi un miliardo e mezzo di euro (più del doppio di quanto inizialmente preventivato).

Per non andare eccessivamente all’indietro, possiamo far partire la storia del Blanka nel 2006, quando la società Metrostav, colosso ceco dell’edilizia, si aggiudicò l’ambitissimo appalto. Nel 2007 partirono i lavori di scavo e l’allora sindaco Pavel Bem (Ods) – quello che voleva portare le Olimpiadi a Praga e che si travestiva da turista italiano per smascherare i tassisti disonesti, per poi finire a sua volta invischiato in una serie di vicende, fra politica e business, di opinabile integrità – proclamò: “entro quattro anni, al massimo cinque, la tangenziale di Praga sarà terminata”.

In realtà le cose sono andate diversamente, e l’inaugurazione continua a slittare, complici anche una serie di contrattempi, come quello del 2008, quando i lavori sotterranei provocarono l’apertura nel parco della Stromovka di una enorme voragine. Una zolla di terreno di 30 metri di diametro sprofondò per decine di metri, per fortuna senza nessuna conseguenza per la incolumità di passanti e lavoratori. A distanza di qualche tempo un incidente simile, nuovamente senza danni alle persone, si verificò non senza brividi a Praga 6, nella zona del Prašný most, a poche decine di metri dai binari del tram.

Gli ostacoli sono stati anche di carattere finanziario e giudiziario. Nel 2011 il Comune di Praga si rese improvvisamente conto di dover sborsare altri 10 miliardi rispetto al previsto, il che portò alla sospensione dei pagamenti e ad altri mesi di gelo e battaglie legali fra amministrazione municipale e società costruttrice. Il sindaco nel frattempo era diventato Bohuslav Svoboda (Ods).

Un altro stop clamoroso risale al 2013, quando il primo cittadino Tomáš Hudeček, di Top 09, successore di Svoboda, annunciò di considerare invalido sin dal principio il contratto fra il Comune e Metrostav, “perché l’accordo del 2006 non fu discusso né dal Consiglio, né dalla Giunta”.

Intanto l’opera si era nuovamente fermata, con Metrostav che reclamava il pagamento di somme arretrate, prima che – siamo alla primavera di quest’anno – la decisione di una corte arbitrale ordinasse di riprendere i lavori. Ora, autunno del 2014, un altro rinvio a vivacizzare la telenovela Blanka, con la trama sempre pronta a rianimarsi quando la storia sembra volgere al termine.

Per la gioia ovviamente degli skater più temerari, ai quali non pare vero di poter continuare a godere in esclusiva di questo paradiso.

di Giovanni Usai