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In occasione dell’uscita del film documentario sul Dukla Praga, vi raccontiamo la storia di questo club un tempo fra i più blasonati del calcio europeo

Una passione sportiva lunga 67 anni, che si intreccia, nella seconda metà del secolo scorso, con vicende di gloria calcistica, ma anche con le pagine meno luminose della storia di questo paese. Parliamo del Dukla Praga, società fondata nel lontano 1947 in seguito ad un evento storico fondamentale per il paese: la liberazione della Cecoslovacchia dall’occupazione nazista guidata dall’Armata Rossa, l’esercito russo, nel quale erano accorpati circa 16.000 soldati cecoslovacchi. La battaglia decisiva fu combattuta nel Passo di Dukla, valico situato sulla catena montuosa dei Carpazi, al confine tra la Polonia e la Slovacchia, e permise di cacciare definitivamente l’esercito tedesco.

Proprio per ricordare questa pagina di storia, nel distretto popolare di “Praga 6”, il più grande della capitale ceca, fu fondato il Dukla Praga, in un primo momento conosciuto con il nome di Armádní Tělocvičný Klub (Club militare dell’educazione fisica) in onore dell’esercito cecoslovacco.

Per celebrare la storia di questo club il regista Luděk Svoboda, coadiuvato dal produttore cinematografico Petr Studénka, recentemente ha deciso di realizzare un film documentario. Grande entusiasmo tra i fedelissimi dello stadio Juliska, dove il 18 settembre scorso, è andata in scena la “prima” assoluta di “Hrdý na svůj klub” (Fiero del tuo club), in una serata indimenticabile per i supporters giallorossi. L’incontro tra diverse generazioni, lo splendido panorama serale su Praga, uniti al mangiare e bere tutti insieme hanno creato una meravigliosa atmosfera in quella che può essere definita come una serata di cinema all’aperto di tarda estate in cui ha vinto la passione, proprio come ha dichiarato lo stesso Studénka.

Dopo la fondazione, il Dukla divenne in pochi mesi il club più importante della Cecoslovacchia grazie all’inserimento di un regolamento del tutto particolare che lo favoriva. In maniera così poco ortodossa il Dukla venne fatto arrivare al campionato di massima divisione. Poi venne imposto il tesseramento di diritto, e quindi senza il merito sportivo, per i giallorossi di giocatori di altre società. Nessuno poteva allora opporsi alla volontà della squadra simbolo del regime comunista.

I successi non tardarono ad arrivare: nel 1953 la Coppa di Cecoslovacchia e l’anno seguente il primo titolo nazionale. Quattro anni più tardi, il club assunse il nome odierno di Dukla Praga e intanto era nata anche la stella di Josef Masopust, il grande talento del calcio cecoslovacco.
Masopust, quarto di sei figli di un minatore di Most, alla giovane età di 18 anni firmò un contratto con il Vodotechna che però fu costretto a cederlo al Dukla quattro anni più tardi. Gli appassionati notarono subito questo giovane trequartista, dalla tecnica sopraffina, abbinata all’utilizzo in modo eccellente di entrambi i piedi e a una visione di gioco al di fuori della norma. La sua specialità erano gli assist al bacio per i propri compagni, ma non solo. Aveva qualità fisiche straordinarie, che rendevano Josef un mastino del centrocampo, capace di aggredire tutti i palloni in possesso degli avversari e correre per 90 minuti ininterrottamente. Nel 1962, dopo essere prodigiosamente arrivato in finale della Coppa del Mondo con la sua Cecoslovacchia – persa per 3 a 1 (gol proprio di Masopust) contro il Brasile – la mezzapunta del Dukla conquistò il Pallone d’Oro, l’ambito trofeo assegnato dalla rivista francese France Football, superando il portoghese Eusebio.

Tornando alla squadra giallorossa, dopo i due titoli conquistati tra il 1953 e il 1956 il Dukla vive 2 anni di crisi sportiva, in cui non riesce a conquistare nessun trofeo. L’anno seguente torna a dominare in patria, conquistando quattro campionati consecutivi (dalla stagione 1960-61 alla stagione 1963-64) e una Československý Pohár, la Coppa Cecoslovacca. Sempre nel distretto “Praga 6”, il 10 luglio 1960 fu inaugurato il nuovo stadio “Na Julisce”, presentato con l’amichevole vinta dai giallorossi per 2 a 1 sugli austriaci del Wiener Sport-Club.

Nel 1966 il Dukla vinse il suo ottavo campionato cecoslovacco, prima di una pausa lunga 11 anni, in cui non riuscì a conquistare alcun titolo nazionale e internazionale.

A proposito delle competizioni europee, il Dukla esordì nella stagione 1957-58 in quello che era (e lo è ancora oggi) il torneo per eccellenza in ambito internazionale: la Coppa dei Campioni. Qualificata direttamente agli ottavi di finale, la formazione giallorossa non fece molta strada, perdendo subito contro gli inglesi del Manchester United. Memorabile il cammino nella stessa competizione nell’annata 66-67, quando il Dukla superò prima l’Anderlecht negli ottavi e poi l’Ajax ai quarti di finale. Il sogno di conquistare il primo titolo europeo della storia si infranse in semifinale, quando il Dukla fu sconfitto dagli scozzesi del Celtic, che poi si laurearono campioni battendo in finale l’Inter.

Come dicevamo, la formazione capitolina tornò al vertice del calcio cecoslovacco negli anni ‘70, vincendo i campionati 1976-77, 1978-79, 1981-82. In questo periodo il Dukla si fece nuovamente notare a livello internazionale con la cavalcata nella Coppa Uefa 1978-79. Dopo aver superato il Vicenza di Paolo Rossi (assente per infortunio nel ritorno) nei trentaduesimi, i giallorossi batterono l’Everton, per poi affrontare lo Stoccarda agli ottavi di finale. L’andata in terra teutonica fu un disastro: il Dukla perse per 4 a 1, ma il ritorno allo stadio “Na Julisce” sarà ricordato come la partita storica del club. I giallorossi vinsero 4 a 0 e si qualificarono ai quarti, dove furono battuti dall’Herta Berlino. L’ultima apparizione internazionale di grande rilievo è nella Coppa delle Coppe 1985-86, quando il Dukla si arrende solo in semifinale, sconfitto dalla Dinamo Kiev.
Ma come tutte le storie d’amore più belle, anche in quella del Dukla si sono alternati momenti di gloria a momenti di grandi difficoltà, proprio come è accaduto nel 1994. Il club, da sempre scomodo in patria per l’etichetta di “squadra comunista”, non riuscì a trovare fondi provenienti da sponsor per risanare i gravi problemi finanziari in cui era incappato e per questo arrivò al fallimento, con la conseguente retrocessione in Terza Divisione. Dopo un decennio tra le serie inferiori, con nomi del tutto diversi da quello storico, il Dukla Praga tornò tra i professionisti nel 2006 grazie all’imprenditore ceco Bohumil Ďuričko, mentre servirono altri cinque anni per il ritorno definitivo tra i “grandi”: nella stagione 2010-11, la formazione giallorossa conquista la promozione e torna dopo 17 anni in prima Liga. Negli ultimi campionati viaggia nella zona di centroclassifica, ben distante dalle prime della classe, in primo luogo il Viktoria Plzeň e lo Sparta Praga.

Oggi il Dukla vanta in bacheca ben 19 titoli nazionali (11 campionati cecoslovacchi e 8 Československý Pohár), oltre ad aver lanciato da giovanissimi gli unici due calciatori cechi capaci di aggiudicarsi il Pallone d’Oro, Josef Masopust e Pavel Nedvěd, che dopo l’ulteriore esperienza allo Sparta Praga arrivò in Italia, dove fece le fortune di Lazio e Juventus.

Nonostante ciò va detto che il Dukla non è mai stata la squadra preferita del popolo. In tanti non hanno mai dimenticato la sua vicinanza al regime e le sue prime vittorie, considerate pilotate. Tuttavia si tratta di un club che ancora oggi raduna attorno a sé un manipolo di sostenitori dalla fede incrollabile, molti dei quali giovanissimi. Nel film di Luděk Svoboda la leggenda e la storia si uniscono e il mito del Dukla non può che risplendere, per la gioia dei suoi tifosi.

di Alessandro De Felice