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Praga sembra aver indovinato le mosse giuste per il proprio padiglione alla fiera universale di Milano

Ecco cosa la Repubblica Ceca presenta al mondo: il meglio di un Paese che s’innova

È una metamorfosi moderna ad accogliere i visitatori del padiglione della Repubblica Ceca ad Expo 2015. La scultura surrealista, opera dell’artista Lukáš Rittstein, è un’automobile che si fonde in un uccello dal piumaggio azzurro brillante. Ma oltre l’immagine c’è il simbolo: l’incontro di tecnologia e natura.

L’automobile, l’attrezzo, sta al lato del passeggero. Alla guida resta sempre l’elemento naturale, un animale che con la sua lunga ala copre tutta la larghezza della piscina dove la scultura è posizionata. All’interno dell’opera un sistema di nanotecnologie depura l’acqua della vasca che domina tutto lo spazio aperto di fronte al padiglione centrale. È proprio su questo dualismo tecno-naturale che la Repubblica Ceca ha deciso di puntare per rispondere al vasto tema della grande esposizione universale di Milano: nutrire il pianeta, energia per la vita. E sulla presenza dell’acqua come elemento forte, centrale: certo un riferimento alle fonti di acque minerali e alle numerose sorgenti termali sparse su tutto il territorio nazionale. Ma c’è di più. L’idea della piscina, spiega Pavel Hrůza, uno dei progettisti del padiglione: “è un omaggio alla grande architettura funzionalista ceca degli anni Venti e Trenta, a cui si ispira la costruzione. In quel periodo le piscine erano molto diffuse e gli edifici venivano costruiti con uno stile bianco-purista”. E per rendere questo spazio ancora più accogliente non poteva mancare il prodotto simbolo del Paese: la birra Pilsner Urquell, spillata senza sosta nella birreria installata a bordo vasca. Vendute al prezzo di sei euro le “bionde” fanno la gioia delle migliaia di visitatori del padiglione – ormai in media 11mila al giorno – in cerca di ristoro nell’unica area con piscina di tutta Expo. Il viavai tra le sdraio e il bancone è fitto, l’umore è quello di una birreria all’aperto in piena estate. “I visitatori di altri padiglioni nazionali si ricorderanno di avere fatto lunghe file per entrare. Del nostro invece gli rimarrà la piacevole sensazione di essersi rinfrescati nella piscina e di essersi bevuti una birra della Boemia, fredda e rigenerante”, ha detto soddisfatto il commissario generale della partecipazione ceca Jiří Potužník. Che la scelta sia azzeccata lo conferma, piacevolmente sorpreso, anche Bohumil Bochňák, responsabile della ristorazione ceca: “In due giorni abbiamo esaurito le scorte di birra che avevamo preparato per dieci”. Complice anche il 15 maggio, giornata nazionale della Repubblica, che ha visto un afflusso record di ben 26 mila visitatori.

È con questo gioioso benvenuto tra arte, boccali e relax a bordo vasca che il visitatore è invitato ad entrare nella struttura centrale. Un’architettura dal design contemporaneo, squadrata, ecosostenibile e costruita con un assemblaggio modulare. Ancora prima dell’apertura dell’esposizione il padiglione ceco aveva già incassato un primo successo: quando la maggior parte delle strutture era ancora in costruzione e i cantieri aperti giorno e notte, la casa della Repubblica Ceca era stata la prima a essere pronta, a trenta giorni dall’apertura. Questo progetto, sviluppato su tre piani, è costato “solo” 8 milioni di euro ed è stato realizzato dai giovani architetti dello studio Chybik+Kristof di Brno. Montata in soli tre mesi, la struttura verrà smontata velocemente una volta terminata l’esposizione universale e i suoi moduli riprenderanno vita in nuove costruzioni, nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale. Entrando si ha l’impressione di immergersi in un ambiente ovattato, una scultura dell’artista Maxim Velčovský fatta di fasci di fibre di vetro sospesi pende sulla scalinata d’ingresso: l’effetto è quello di una cascata digitale increspata dal vento. In un primo tempo l’ospite è accolto nel Laboratorio del silenzio, la prima sala d’esposizione. In questa stanza vegetale natura e tecnologia s’incontrano per dare vita ad un’opera ibrida dove il multimediale è integrato al mondo delle piante. Una riproduzione della foresta ceca è esplorata da micro telecamere che rimandano le immagini su schermi al plasma. Al visitatore è offerta una vista microscopica: piante e muschi del sottobosco possono essere apprezzati nei loro dettagli millimetrici. L’esposizione continua al piano superiore occupato dal Laboratorio della vita. Qui arte, chimica e nuove tecnologie si dividono lo spazio espositivo. Una seconda scultura di Rittstein, che riprende nello stile quella d’ingresso, rappresenta una metamorfosi tra un uccello e un cavallo mentre su tutto sta sospesa una grande cellula in plexiglas, scultura futuristica dell’artista Jakub Nepraš. Sull’opera sono proiettati i processi interni di cellule sane e malate. La scienza occupa le pareti della sala: i risultati di diversi istituti di ricerca cechi sono messi a disposizione del pubblico, dalla purificazione dell’acqua ottenuta grazie alle nanofibre, ai rilievi che rappresentano i codici genetici di diverse specie vegetali. Vi è poi, come in tutti i padiglioni, una sala dedicata all’esposizione delle eccellenze regionali che qui prende il nome di Terra di Storie e Fantasia. In questa sala le diverse regioni si daranno il cambio per proporre prodotti tipici e specialità locali: la prima regione presentata al pubblico è, attualmente, la Moravia meridionale e la città di Brno.

Ma per apprezzare diversamente altre specialità ceche la tappa obbligata è il ristorante la Baita del Cacciatore, arredato in stile minimalista e con una carta tradizionale e di alta gastronomia ad un tempo: tra le pietanze, quelle che hanno maggiore successo sono certamente i piatti di selvaggina, bistecche di daino, cervo e carne di capriolo. Anche il celebre smažený sýr, formaggio fritto, è molto apprezzato dai clienti. Tutti i piatti principali sono compresi tra i 21 e i 29 euro. “Abbiamo preso portate diverse: zuppa di gulash e di selvaggina, bistecca di daino, cotoletta di fagiano. Abbiamo apprezzato molto sia come erano presentate sia la qualità del prodotto”, spiega entusiasta Bruno, che per 35 euro ha potuto degustare un ottimo pranzo alla ceca, innaffiato di birra Pilsner Urquell e concluso con un bicchiere di Becherovka. I commenti lasciati dai clienti su internet dicono tutti la stessa cosa: ottime pietanze e dessert eccezionali. Per il dopopranzo la tappa obbligata è il tetto del padiglione che ospita una terrazza all’aperto coronata da un giardino che in tanti dicono essere uno dei migliori dell’esposizione. Questo è un punto di vista privilegiato sulla piscina d’ingresso che la sera si anima con luci, musica e attrazioni. Ecco cosa la Repubblica Ceca presenta al mondo: il meglio di un Paese che s’innova, capace di guardare a un futuro di armonia tra natura, tecnologia e arte, ma certo delle proprie tradizioni e dei propri piaceri, dalla tavola al boccale sempre pieno.

di Edoardo Malvenuti