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“Giovanni Hus il veridico”, opera dedicata al riformista ceco dal futuro Duce e recentemente portata alla ribalta dal prof. Pavel Helan

Tra i diversi esempi e tipi di relazioni intercorse tra l’Italia e la Repubblica Ceca sin dall’epoca Medievale, quella che ci si presenta oggi, grazie all’opera di Pavel Helan, professore di Storia della Facoltà Husita di Teologia dell’Università Carlo IV di Praga – dal titolo Duce a kacíř. Literární mládí Benita Mussoliniho a jeho kniha Jan Hus, muž pravdy (L. Marek, Brno 2006) “L’attività letteraria del giovane Benito Mussolini e il suo libro Giovanni Huss, il veridico” – ne costituisce sicuramente una lampante quanto singolare testimonianza.
I protagonisti di questa curiosa “correlazione” tra i due paesi sono due personaggi senza bisogno di presentazione: Benito Amilcare Andrea Mussolini e Jan Hus. Il primo fu uno tra i maggiori interpreti della storia politica e sociale italiana nel corso della prima metà del ‘900; l’altro, invece, teologo e riformatore religioso boemo, segnò profondamente la storia della Cechia del ‘400.
Ora, sebbene queste due personalità e le loro vicende storiche siano note ai più, tanto nella Penisola quanto in terra boema, quasi nessuno è a conoscenza del fatto che il futuro Duce del Fascismo, in epoca giovanile, dedicò uno scritto proprio al riformatore boemo dal titolo: Giovanni Hus. Il veridico, pubblicato nel 1913 dalla casa editrice Podreca e Galantara di Roma.
44 Immagine Mussolini Hus
In questo periodo Mussolini, militante nel Partito Socialista e agguerrito giornalista politico, era pervaso da un profondo sentimento anticlericale, sentimento che non esitava a manifestare in ogni occasione nei suoi scritti. Jan Hus gli fornì il “modello ideale a cui ispirarsi per dare libero sfogo alle sue idee anticlericali denunciando la corruzione dilagante all’interno della Chiesa Romana tanto in epoca medievale quanto al suo tempo”. Lo stesso pseudonimo che spesso l’autore utilizzava per siglare i suo contributi – : “vero eretico”- sottolinea la stima che nutriva nei confronti del boemo. “L’occasione per la stesura del libro fu fornita a Mussolini dal Congresso Internazionale del Libero Pensiero che si sarebbe dovuto tenere a Praga nel 1915 per commemorare il 500° anniversario della morte di Hus”. In preparazione dell’evento il giovane Benito “mantenne stretti contatti con František Loskot, uno dei rappresentanti della sezione ceca dell’Organizzazione Internazionale del Libero Pensiero, il quale probabilmente gli offrì il destro per la redazione del libercolo dedicato ad Hus.
L’opera mussoliniana, come Helan evidenzia, per quanto non dotata di un grande valore letterario, è sicuramente utile alla comprensione del pensiero del futuro Duce: Jan Hus, infatti, non solo “viene usato come veicolo per gettare luce sulla perversione dell’autorità ecclesiastica”, ma “costituisce il modello ideale di leader a cui ispirarsi in quanto capace, grazie al suo forte istinto sociale e alla profonda fede in un’idea, di far presa sulle masse guidandole e difendendole da scissioni che non farebbero altro che indebolire il movimento radicale”: in poche parole il leader per eccellenza.
Il libro Giovanni Hus il veridico, che venne fatto ritirare dallo stesso Mussolini in previsione dei Patti Lateranensi, ebbe fortuna in America, dove venne ristampato in due diverse occasioni (‘29 e ‘39), e in Italia nel ‘48 e nell’88, mentre in Repubblica Ceca non godé mai di grande notorietà. Dobbiamo quindi al prof. Helan la prima traduzione integrale del libro di Benito Mussolini e la sua diffusione in terra ceca.
A ragion veduta, oggi, suona paradossale la premessa che il futuro Duce fece alla sua stessa opera: “consegnando questo libretto alle stampe, formulo l’augurio ch’esso susciti nell’animo dei lettori l’odio per qualunque forma di tirannia spirituale e profana, sia essa teocratica o giacobina”.

Di federico Gambacorta