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Disoccupazione

Stabile o in leggero aumento la disoccupazione in dicembre 2014, a seconda della metodologia usata. Il 5.9% della popolazione in età attiva, o il 7.5% globale. Le speranze erano per migliori dati. È pur vero che la disoccupazione è scesa nel 2014 di circa un punto, ma a fronte di una crescita del Pil di circa il 2%. Inoltre, le forti politiche a sostegno dell’export, in particolare la sottovalutazione della corona, erano attese portare maggiori benefici sul versante della occupazione. Il fatto è che Praga e la sua regione godono da sempre di piena occupazione di fatto, mentre ampie aree vivono una cronica realtà di depressione economica da cui non sono in grado di uscire. Ad esempio, la regione di Ostrava, e il nord della Boemia. Purtroppo la popolazione attiva e disoccupata risulta spesso poco propensa alla mobilità territoriale verso zone con più opportunità, preferendo la disoccupazione domestica supportata da un welfare che è molto generoso nelle zone a basso costo della vita, mentre è insufficiente per le zone più sviluppate.

Produzione industriale

In dicembre la produzione industriale ha registrato un ottimo +7.3% su base annua. Al solito, il settore automotive ha trainato fortemente l’intero comparto industriale ceco, crescendo del 16%. Per il 2014, l’output industriale è cresciuto del 4.9%, un valore davvero notevolissimo che ha determinato una crescita del Pil di circa il 2.3%. Rispetto ai paesi limitrofi e all’eurozona in generale, si tratta di valori molto elevati. Nell’eurozona in dicembre la produzione è rimasta stagnante, e nell’intero 2014 è cresciuta di appena lo 0.6%. I motivi dell’ottima performance sono molteplici, senz’altro ha aiutato il cambio forzosamente compresso, e con esso il livello piuttosto basso dei salari, comunque in leggera crescita anch’essi. Le aspettative sono piuttosto rosee, in quanto anche gli ordinativi sono in forte crescita, +12% nell’ultimo mese del 2014. Le speranze sono che questa situazione positiva si traduca nella creazione di nuovi posti di lavoro strutturali.

Inflazione

Anche in gennaio si è confermato lo stato di deflazione di fatto del sistema economico ceco. Nonostante ottime performance quanto a produzione industriale e del commercio estero, e una moneta artificiosamente sottovalutata, non ci sono segnali di uscita da questo stato nocivo per l’economia. In gennaio si è registrato un +0.1% di Cpi, e per il 2014 una media dello 0.3%. Purtroppo per la Repubblica Ceca, la dimensione limitata del sistema economico lo rende facilmente permeabile alla deflazione importata dall’eurozona. Sembra che finalmente a livello di Banca Centrale Europea ci si sia accorti che l’obiettivo statutario dell’inflazione al 2% è lontanissimo, e il QE, che ormai tutti comprendono sia necessario, verrà forse implementato. Nel frattempo, i prezzi continuano a scendere, deprimendo la propensione all’investimento, la domanda interna, e la creazione di nuovi posti di lavoro permanenti. Chi ne gode parzialmente, ma solo temporaneamente, è chi ha risparmi, preferibilmente in dollari, e propensione all’acquisto di beni durevoli a prezzi molto compressi. Per tutti gli altri, la maggioranza, outlook negativo.

Commercio estero

Nel 2014 la Repubblica Ceca si è confermata ancora una volta un paese fortemente esportatore. Le esportazioni sono aumentate del 13,5% rispetto al 2013, grazie anche alla performance di dicembre che ha registrato un bel +10.3%, a fronte di un aumento delle importazioni del 5.1%. A ciò ha contribuito senz’altro il prezzo molto compresso degli oli. Le importazioni su base annua sono aumentate nel 2014 dell’11.8%. A consuntivo, la bilancia commerciale ha registrato un fortissimo attivo, di 157 miliardi di corone. Una crescita di 50 miliardi rispetto all’attivo del 2013, cioè di circa il 32%. Ciò naturalmente ha portato pressioni notevoli all’apprezzamento della corona, a cui la Banca nazionale ceca si è opposta con costanti azioni volte alla riduzione del valore della moneta, mantenendo il cambio-target verso l’euro di 27. Dopo l’improvviso abbandono del peg da parte della banca centrale Svizzera, ci si chiede se anche la Banca nazionale ceca esaurirà gli strumenti a disposizione e lascerà fluttuare liberamente la corona, oggi pesantemente svalutata in modo artificioso.

di Gianluca Zago