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Ispirato a una tradizione nata ai tempi della Prima Repubblica, il Grande Giovedì intende riportare la gente in libreria e favorire le vendite

Due volte all’anno, in primavera e in autunno, si svolge in Repubblica Ceca il Velký knižní čtvrtek, o Grande giovedì del libro, un evento per promuovere il mercato editoriale e attirare l’attenzione dei lettori sulle principali novità. Da un secolo a questa parte il quarto giorno della settimana è infatti dedicato ai libri, perché anche in epoca comunista le novità letterarie venivano annunciate sempre di giovedì.

La tradizione, interrottasi dopo la Rivoluzione di Velluto, è stata rinnovata nel 2011 quando il distributore Kosmas dà vita all’attuale Velký knižní čtvrtek. Coinvolge nove editori che per l’occasione scelgono e pubblicano contemporaneamente i bestseller del momento, dai romanzi storici a quelli sentimentali, dai racconti gialli a quelli di spionaggio. “In Repubblica Ceca escono circa 16.000 titoli all’anno” dice Ctirad Fuchs, direttore commerciale di Kosmas. “Per questo cerchiamo di selezionare libri che valga la pena leggere e offrire un sommario di generi che accontentino tutti i tipi di lettori”. Oltre a lanciare nuove pubblicazioni, è un’occasione d’incontro e dibattito fra autori e lettori.

Se allora alcuni editori erano restii a partecipare al progetto, oggi fanno a gara per essere coinvolti. “Dal punto di vista commerciale si tratta di un grande evento di marketing, pianificato in due periodi in cui le vendite sono basse” non nasconde Tomáš Reichel, direttore della casa editrice Host.

La prima edizione si svolge il 13 ottobre 2011. Tra gli autori scelti ci sono Paulo Coelho, Jo Nesbø, il vincitore del Nobel 2010 Mario Vargas Llosa e Umberto Eco. Il titolo di maggior successo è proprio Il cimitero di Praga di Eco che si rivela il terzo libro più venduto dell’anno. Nel 2012 i maggiori preordini sono per le ultime fatiche di Madelaine Albright e Jo Nesbø. Quest’ultimo ha riscosso un tale successo che i lettori cechi, in occasione della sua visita a Praga nel maggio di quell’anno, hanno atteso ore in fila per un suo autografo.

Nel 2013 l’iniziativa raddoppia e l’appuntamento di ottobre è anticipato da un’edizione primaverile. Kosmas tenta un altro esperimento, un Giovedì senza il mago dei gialli, Nesbø. Il pezzo forte è il romanzo “E l’eco rispose” di Khaled Hosseini che però ottiene il 9% di ricavi in meno rispetto a Nesbø nel 2012. Comunque sia l’evento centra l’obiettivo di incrementare le vendite. Le prime dieci stagioni hanno offerto circa 130 novità letterarie con oltre un milione di volumi acquistati.

Ma perché è stato scelto proprio il quarto giorno della settimana? Gli organizzatori si sono ispirati anche al “Super Thursday” britannico. Il primo giovedì di ottobre apre simbolicamente la stagione autunnale del libro inglese e le case editrici fanno uscire le novità più attese del mercato prenatalizio. Nel 2011 hanno presentato ad esempio oltre 200 bestseller in un solo giorno. La versione ceca per ora è più modesta, la prima selezione includeva dieci bestseller.

Le file comuniste, fonte d’ispirazione

Al successo ha senz’altro contribuito anche la nostalgia perché in epoca comunista le novità arrivavano sugli scaffali solo di giovedì. Chi ha quarant’anni o più ricorda le interminabili file che ogni settimana si creavano davanti alle librerie e la delusione di chi non trovava più il volume desiderato quando era il suo turno. Segno che la gente, già costretta a fare la coda per la carne, la frutta o altri beni primari, non rinunciava a quell’unica occasione di trovare proposte migliori e a prezzi bassi in mezzo alla letteratura scadente. L’interesse maggiore era per i gialli. “Adoravo Agatha Christie e divoravo i suoi polizieschi” dice Blanka. “Io facevo la fila per Dick Francis, da giovane ero completamente presa dai suoi gialli appassionanti” ricorda invece Zdeňka, “ma aspettavo con ansia anche Hemingway o Páral”. “All’epoca della normalizzazione lavoravo nelle librerie praghesi e ricordo bene le file del giovedì” ammette lo stesso Fuchs, “soprattutto quando uscivano i racconti di Bohumil Hrabal o di Raymond Chandler”.

I “knižní čtvrtky” non erano tuttavia un’invenzione d’epoca socialista ma si erano riallacciati a una tradizione precedente, risalente alla Prima repubblica. L’ideatore fu l’editore Alois Srdce (1888-1966). Nel 1918, il trentenne Srdce prese le redini della libreria ed editoria di famiglia, la Národní knihkupectví a nakladatelství, che nella praghese via Spálená pubblicava opere di autori cecoslovacchi ed europei: Jiří Karásek ze Lvovic, Otokar Březina, Viktor Dyk, le traduzioni di Flaubert, Mallarmé, Nietzsche o Freud. Amante e conoscitore delle lettere nonché presidente dell’Unione di librai ed editori cecoslovacchi, ogni giovedì Srdce esponeva nella vetrina del suo negozio le opere uscite in settimana. Quest’usanza d’informare il pubblico piacque al regime che la riprese dopo il 1949, quando l’attività di Srdce fu nazionalizzata e lui fu deportato.

Solo dopo la Rivoluzione di Velluto l’editoria di stato tornò a essere privata e il knižní čtvrtek perse significato. “Non voglio vantarmi ma il nostro negozio fu il primo ad abolire quest’usanza imposta dal partito comunista” ricorda Luděk Jičínský, che nell’estate del 1989 aprì la libreria privata Artforum. “Mettevamo i testi sul mercato subito, appena li avevamo dagli editori. Senza aspettare il giovedì”.

Cifre di un mercato stabile e al passo con i tempi

Oggi la scelta è vastissima ma la lettura non è in cima alla lista degli interessi. Per questo in Cechia varie iniziative, come il concorso Magnesia Litera, il festival internazionale Svět knihy o il Velký knižní čtvrtek, cercano di promuoverla.

L’Ufficio ceco di statistica non registra il volume di questo mercato ma, secondo i dati resi noti dall’Unione degli editori, non subisce grosse variazioni dal 2011. Nel 2015 i cechi hanno speso per i libri circa 7,5 miliardi di corone, con una crescita di circa il 5% rispetto al 2014. A trarre i maggiori profitti le grandi società editrici e distributrici come Albatros Media ed Euromedia Group, seguite da Grada Publishing e Kosmas. Si tratta di editori professionisti che puntano su titoli forti dal punto di vista commerciale e operano a livello nazionale.

I dati evidenziano poi la crisi di piccoli e medi editori. Negli ultimi anni hanno chiuso 170 piccole librerie delle circa 550 esistenti. Un po’ perché il centro città è occupato da colossi come Neoluxor, con i suoi quattro piani, o Dobrovský di Piazza Venceslao e i negozi tradizionali devono spostarsi come è capitato alla storica Fišer, costretta a traslocare dalla sua posizione strategica a due passi dalla facoltà filosofica dell’Università Carlo. Un altro grosso problema è l’espansione dei negozi online che in un unico sito riuniscono migliaia di proposte, consegnano la merce in tempi brevissimi e offrono sconti elevati, con cui è difficile competere.

Da qualche anno prosegue la crescita degli e-book. Lo stesso Grande giovedì dal 2014 è accompagnato dal Velký knižní e-čtvrtek, dove la maggioranza dei titoli esce anche in versione e-book. Inoltre si assiste a un enorme sviluppo della produzione e dell’interesse per gli audiolibri. Nel 2016 il loro mercato si è aggirato sui 94 milioni di corone, contro i circa 55 del 2014. I generi che vanno per la maggiore sono, come per il cartaceo, la letteratura per ragazzi, i gialli e la narrativa. Un’indagine della società Audiolibrix ha abbattuto il mito che ascoltare testi sonori abbia un effetto negativo sulla lettura cartacea. Oltre il 42% dei rispondenti ha dichiarato al contrario che grazie agli audiolibri ha iniziato a leggere di più.

L’interesse per la carta stampata non è quindi in calo e il Giovedì del libro contribuisce a riportare la gente tra gli scaffali e ricordare che la magia delle pagine non può essere sostituita da televisione o computer.

di Sabrina Salomoni