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Il piano riguardante la storica e abbandonata distilleria di Praga 5 rappresenta uno dei progetti di modernizzazione per Smíchov e dintorni

È di poche settimane fa la notizia dell’imminente inizio dei lavori per Smíchov city, un ambizioso progetto che intende trasformare l’area tra la stazione dei treni, Smíchovské nádraží, e degli autobus, Na knížecí, nell’ennesimo centro residenziale misto a uffici che sempre più spesso compaiono in varie parti della capitale ceca. E ci può anche stare. Perché, tra tutti i circondari nel centro di Praga, il quartiere di Smíchov è quello che meno ha beneficiato di opere di modernizzazione, come quelle ad esempio che hanno trasformato Holešovice in parte e Karlín, quasi del tutto.

A dire il vero l’area – che è la più nota del distretto di Praga 5 assieme a Barrandov (la Cinecittà ceca) – non è in effetti molto cambiata da tanto tempo. Nella zona attorno alla stazione metro Anděl, tra la Vltava e la ferrovia, troviamo condomini del primo ‘900, spesso ambiti per la loro vista sul fiume. Poi, passata la ferrovia, il nulla. Campi non coltivati (come quelli che ospiteranno il complesso di cui sopra), rimasugli di fabbriche e le grigissime via Nádražní e via Radlická. Proseguendo sulla prima di queste due arriviamo fino ai margini di Zlíchov, un tempo quartiere a sé ed ora invece accorpato a Smíchov. Notiamo che, man mano che ci si allontana dal centro, la situazione peggiora a vista d’occhio.

Non è che ci voglia tanto, da Smíchovské nádraží basta fare una fermata di tram. Sulla sinistra troviamo edifici industriali tra lo scalcinato e il cadente. A destra invece la ferrovia e, solitario in mezzo a tutto, l’edificio che ospita il centro artistico MeetFactory. Questa struttura è facilmente riconoscibile per le due auto fucsia appese ai lati dell’ingresso, opera dello scultore David Černý (titolare del locale). C’è da dire che il MeetFactory si inserisce molto bene nel contesto di degrado industriale che regna sulla zona. Non che ci voglia molto, è stato sufficiente mettere prepotentemente a nuovo gli interni e lasciare l’esterno così com’era.

Decisamente peggio è andata all’edificio che gli sta in fronte, ovvero il Lihovar di Zlíchov. Si tratta di un grande impianto per la distillazione di alcool (líh). È composto da una serie di costruzioni che stanno quasi tutte, sorprendentemente, ancora in piedi (la vera questione è piuttosto come facciano a stare in piedi).

Una distilleria a Zlíchov esisteva già all’inizio del XIX secolo ed era di proprietà della famiglia Fischl. Fu però tra il 1880 e il 1907 che fu edificato il complesso attuale, sotto la guida di Samuel Fischl e Adolf Rosenbaum. In quel periodo la produzione di bevande alcoliche conobbe un vero e proprio boom in tutto l’impero austro-ungarico. Si era infatti scoperto che la melassa, uno scarto derivato dalla produzione dello zucchero, poteva essere utilizzata per produrre alcolici. In quegli anni furono fondate molte distillerie e marchi, alcuni dei quali ancora esistenti, ad esempio il rum austriaco Stroh e il Tuzemák ceco.

Visto l’aumento della concorrenza, probabilmente Samuel Fischl deve aver pensato bene di rispondere per le rime e trasformare la vecchia distilleria di famiglia. Tra il 1880 e il 1907, ad esempio, fu eretto il camino che ancora oggi domina il complesso industriale. Ma non basta, ci furono anche diverse novità nel processo produttivo. Gli scarti della produzione dell’alcol erano a base di potassio, quindi si aggiunse una raffineria in cui il potassio veniva riciclato per produrre dei sali.

Nei primi del ‘900 i serbatoi della distilleria producevano oltre 28.000 ettolitri di alcol all’anno. Al tempo la fabbrica era pure collegata alla stazione ferroviaria di Smíchov. Era il terzo lihovar di Praga. Poi la storia è simile a quella di molti altri edifici trattati in questi nostri articoli dedicati alla Praga abbandonata.

Nel 1939, con l’occupazione nazista, lo stabilimento fu confiscato (i proprietari erano ebrei) e dopo la guerra fu nazionalizzato. Rimase chiuso fino al 1952, quando il regime comunista lo trasformò nella sede della società “Spojené lihovary, národní podnik” (Distillerie riunite, consorzio nazionale). E non fu l’unica novità introdotta dal nuovo regime: nel 1957 la raffineria di potassio fu convertita in impianto per la produzione di aceto. Scelta azzeccata, dato che negli anni ‘70 lo stabilimento era tra i principali produttori di aceto in Europa. Ma quando, allora, iniziò la crisi?

Presto detto: dopo il 1989, quando la produzione fu progressivamente abbandonata, fino al 2000, anno in cui l’impianto è stato chiuso e lasciato a sé stesso. Lesto, appena due anni dopo l’Ente dei beni culturali l’ha dichiarato bene protetto, ma più di tanto non ha potuto fare. Quindi la fabbrica è rimasta abbandonata e sempre più in decadenza. Nel 2013 è anche crollato il tetto di uno degli edifici (proprio sotto la ciminiera). L’azienda proprietaria del complesso, la Zlatý lihovar, è rimasta inattiva lungo tempo per quanto concerne i lavori. Di contro, il municipio di Praga 5 sta cercando di risolvere la situazione: non dev’essere un caso, infatti, che nell’ultimo anno la tratta del tram tra Smichovské nádraží e la distilleria (anche quella in stato pietoso) sia stata rimessa a nuovo e che proprio la fermata di Lihovar sia stata ricostruita in toto, con tanto di blocco in cemento che commemora la distilleria antistante.

La Zlatý lihovar, comunque, verso il 2015 ha iniziato a dare segni di vita. Dapprima cercando di trovare un progetto di ristrutturazione con alcuni gruppi di sviluppatori, i quali hanno presentato in Comune una proposta per la riconversione dello stabilimento in un complesso residenziale da 500 appartamenti. L’idea lascia un po’ perplessi perché, trovandosi vicino alla ferrovia che collega Praga, Plzeň e Monaco di Baviera (ma anche ad un attivo centro culturale), la zona non dev’essere delle più tranquille. Il complesso residenziale, ad ogni modo, dovrebbe includere anche un asilo nido e un parco giochi multifunzionale.

Oltre a questo, il progetto dovrebbe lasciare intatto sia l’edificio principale che il camino della distilleria – ovvero le uniche due cose che non sembrano a rischio di cadere. Ma il ‘dovrebbe’ per quanto riguarda questo piano di modernizzazione, è particolarmente d’obbligo: non si registrano novità da quasi due anni. È però evidente che Praga 5, e in particolare l’unità catastale Smíchov-Zlíchov, è la prossima preda della gentrificazione praghese. Offre il giusto mix tra abitazioni di inizio ‘900, brownfield e roba che cade in pezzi. E la presenza di quelle abitazioni d’epoca lascia intuire che la gentrificazione potrebbe essere di tipo Karlíniano. Perché Smíchov, dopo il restyle di Karlín, è in effetti uno dei quartieri con maggior degrado architettonico nel centro di Praga. Un quartiere che certamente ha bisogno di essere rimesso a nuovo. Sarà però il modo a fare la differenza.

di Tiziano Marasco