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La plastilina del terrore e il mancato filosofo, le due vite parallele del Semtex e del suo inventore

Semtext

L’appellativo non è di suo gradimento, ma qualcuno continua a chiamarlo il “ Nobel della Boemia”. Si chiama Stanislav Brebera, ha 85 anni ed è lui il chimico ceco, inventore del Semtex, un esplosivo di cui basta pronunciare il nome per rievocare tutta la fama sinistra che lo rende celebre nel mondo. Sviluppato negli anni ’50 per scopi militari e applicazioni civili nel settore edilizio e minerario, il Semtex è conosciuto in primo luogo per l’utilizzazione che ne hanno fatto diverse organizzazione terroristiche mondiali negli anni ’70 e ’80.
Brebera, invece, oggi è un modesto pensionato di Pardubice, ma nel suo passato c’è una vita trascorsa fra alambicchi e ampolle, in laboratori super protetti dal segreto militare. Un riserbo che continua a mantenere, ma per motivi ora diversi. “Non mi piace parlare coi giornalisti, perché non gradisco veder pubblicate cose che non ho mai detto” afferma con voce garbata, ma ferma.
Quando negli anni ’50 inventò il Semtex, Brebera lavorava come chimico presso l’allora Vchz Synthesia (azienda di stato che ora si chiama dnes Explosia). Fu l’esercito di allora – in una Cecoslovacchia già assolutamente inglobata nel sistema sovietico e in piena guerra fredda – a commissionare la creazione di un esplosivo con caratteristiche di particolare efficienza.
Il prodotto sviluppato da Brebera era molto simile agli altri esplosivi plastici all’epoca già disponibili, specialmente il C-4, in quanto era facilmente modellabile, ma, a differenza degli altri, era utilizzabile in un campo di temperature più vasto, poiché rimaneva plastico tra i -40 e i +60 °C. Risultava inoltre impermeabile e quasi del tutto inodore. Inconfondibile il suo colore arancio mattone.
Brebera al Semtex ci arrivò grazie a un composto di Rdx e Pentrite, con aggiunta di leganti e stabilizzanti (gomma, olio di paraffina), come si legge sui testi specialistici.
Al nuovo esplosivo il nome gli venne dato da Semtín, il sobborgo di Pardubice, dove si trovava il laboratorio di Brebera, con l’aggiunta di “Ex”, da Explosia. Quando iniziò la produzione in serie era il 1964 e l’inventore per il brevetto ricevette un premio di 15 mila corone.
Ben presto ne furono riempiti gli arsenali del blocco dell’Est, in particolare quelli dell’Armata Rossa ed in generale dalle forze armate dell’allora Patto di Varsavia e dei cosiddetti “paesi amici”, fra cui la Siria, la Libia, l’Iran, la Corea del Nord, l’Iraq e il Vietnam. Storicamente, la prima applicazione di carattere militare risale al 1967, alla guerra del Vietnam, quando il governo filocomunista del Nord ne ricevette 14 tonnellate per sconfiggere gli americani.
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Successivamente, negli anni ‘70 e ’80, il Semtex divenne strumento di morte delle più pericolose organizzazioni estremistiche internazionali. Inodore, risultava difficilmente individuabile dai cani addestrati negli aeroporti e persino sottoposto ai raggi X non offriva evidenze particolari per poter essere rilevato. Fu così che il nome di questo esplosivo divenne una costante nelle cronache degli attentati terroristici di mezzo mondo.
E’ stato utilizzato dai terroristi islamici, così come da quelli irlandesi. Ricordiamo la strage di Deal, in cui persero la vita dieci cadetti della banda dei Royal Marines, in un attentato rivendicato dall’Ira. Non sono mancati episodi in Italia, come quello del rapido Napoli-Milano 904, quando il treno esplose in una galleria al confine fra Toscana ed Emilia Romagna, il 23 dicembre del 1984, provocando 15 morti e centinaia di feriti. E anche allora si parlò di Semtex.
Esemplare su tutti il caso del volo Pan Am 103, da Londra-Heathrow verso il John F. Kennedy di New York. Era il 21 dicembre 1988 quando il Boeing 747-121 esplose in volo sopra la cittadina di Lockerbie, in Scozia. Nel disastro aereo morirono 270 persone. Le indagini permisero di addebitare al Semtex (312 grammi di plastico, conficcato all’interno di un registratore a cassette Toshiba) quel disastro. Appena un anno più tardi, dopo la caduta del regime comunista, il nuovo presidente, Vaclav Havel, rivelò che la Cecoslovacchia durante gli anni del regime aveva esportato 900 tonnellate di Semtex nella Libia del colonnello Muammar Gheddafi.
Ricorda ndo questi episodi, Brebera oggi non può che esprimere rammarico per come la sua creatura sia finita “in mani sbagliate”. Ricordando l’attentato di Lockerbie non manca però di esprimere perplessità: “Ho parlato con degli specialisti britannici e mi hanno detto di non poter affermare con assoluta certezza che quell’aereo venne fatto esplodere con il Semtex. Esplosivi al plastico di quel tipo ne avevano anche gli americani, gli svedesi e anche i francesi”.
Brebera ormai è in pensione da più di venti anni, ma sino a due anni fa teneva ancora le sue lezioni presso la facoltà di chimica tecnologica dell’Università di Pardubice. Probabilmente anche per arrotondare la magra pensione alla quale ha diritto.
Iscritto al partito comunista sin dal 1945, Brebera fu poi espulso dalla Komunistická strana Československa dopo il 1968, per aver simpatizzato con i cambiamenti della Primavera di Praga e soprattutto per aver criticato l’invasione sovietica. La sua esistenza successivamente non fu priva di problemi. Nella fabbrica di Pardubice nella quale ha sempre lavorato, gli fu posto il divieto di entrare nei laboratori più riservati. I figli ebbero innumerevoli problemi ad essere ammessi all’università.
Fra le singolarità di questo personaggio è curioso apprendere oggi che da ragazzo, dopo il ginnasio, quando si trovò a scegliere fra la chimica e gli studi filosofici, fu sul punto di optare per la seconda strada. Il suo legame con la cultura umanistica è ripreso ultimamente, durante gli anni della pensione, con un debole in particolare per i poeti francesi e i romanzi storici. Una passione che coltiva in un appartamento invaso dai libri.

Di Giovanni Usai