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Incassati i soldi dal Leone di Trieste, lo yeti del business ceco punta a nuove prede

telecommunication towers view from below

La recente operazione con la quale le Generali hanno comprato dal miliardario ceco il rimanente 49% di Generali Ppf Holding (la joint venture creata cinque anni fa), per una cifra pari a 2,6 miliardi di euro, crea curiosità su come il Paperon de Paperoni della Repubblica Ceca utilizzerà questi soldi, anche perché la sua fame di nuovi investimenti sembra tutt’altro che placata.

Grandi novità sono previste, per esempio, nel settore energetico. Non solo in quello ceco, ma dell’intero Centro Europa, perché ormai da tempo i confini nazionali cechi per Kellner sono troppo stretti. Lo Yeti del business ceco, come viene chiamato per la sua riservatezza, ha già cominciato a mettere le mani – con il solito atteggiamento vorace – su asset importanti, grazie alla sua partecipazione in Energetický a průmyslový holding (Eph, holding energetica e industriale, di cui possiede il 44,5%, la quota di maggioranza).

Eph ha appena acquistato il 49% e il controllo manageriale dell’utility slovacca del gas Slovenský plynárenský priemysel (Spp, il cui 51% rimane di proprietà dello Stato slovacco). A vendergli la partecipazione sono state la tedesca E.On Ruhrgas e la francese Gdf Suez, grazie a una contropartita di 2,5 miliardi di euro (maggior investimento mai realizzato da una azienda ceca fuori dai confini nazionali).

Kellner condivide la proprietà di Eph con il J&T – altro gruppo di investimenti molto attivo, operante sia in Repubblica Ceca che in Slovacchia, titolare del 37% di Eph – e con l’uomo d’affari ceco Daniel Křetínský (18,5%).

Degli ultimi tempi è anche la notizia che Eph ha intenzione di prendere parte all’acquisto della Net4Gas, la compagnia che gestisce il gasdotto in Repubblica Ceca. Un obiettivo confermato anche da Tomáš Malatinský, ministro slovacco della Economia. Net4Gas appartiene attualmente alla tedesca Rwe, che vorrebbe ottenere da questa cessione una cifra di almeno 35 miliardi di corone ceche, circa 1,4 miliardi di euro.

Di recente è stato anche ipotizzato, in modo particolare sulla stampa slovacca, di un interesse di Eph per acquisire il controllo della Stredoslovenská energetika (Sse), una delle maggiori compagnie slovacche nel settore della distribuzione della elettricità. Nessun commento da parte di Eph, ma secondo quanto trapelato, a vendergli la quota del 49% di Sse potrebbe essere la Electricité de France (EdF), che detiene anche il controllo manageriale della stessa compagnia di distribuzione.

A Eph fa capo inoltre il 100% di EP Energy, un gruppo con quasi cinquemila dipendenti, specializzato in investimenti nel settore energetico e proprietario di una serie di impianti di produzione, con un utile nei primi nove mesi del 2012 di 8,6 miliardi di corone (quasi 350 milioni di euro), tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo del 2011. La società, proprietaria anche del 50% di una miniera di lignite in Germania (la Mibrag), nel corso di quest’anno punta a comprare un’importante centrale termoelettrica in Repubblica Ceca dalla Čez, probabilmente Chvaletice, e si parla anche, come ulteriore obiettivo, della possibile realizzazione di un impianto di produzione in Germania.

Da sottolineare inoltre che Ep Energy appena lo scorso ottobre ha ottenuto un prestito sindacato di valore pari a un miliardo di euro, circa 25 miliardi di corone, da un pool di 11 banche, coordinate da UniCredit Bank e fra le quali troviamo anche Česká spořitelna, Čsob, Komerční banka nonché la sussidiaria ceca di Ing. Si è trattato del prestito di valore più elevato mai concesso a una società ceca.

Anche queste sono risorse che con ogni probabilità andranno ad alimentare le ambizioni di Petr Kellner di controllare una compagnia in grado di far concorrenza alla Čez, il colosso nazionale ceco della energia.

Altro settore nel quale potrebbe concentrarsi il business futuro di Petr Kellner è quello delle telecomunicazioni. Non casualmente da qualche tempo si vocifera di un possibile interesse del Ppf per Telefónica CR. Nel caso la capogruppo spagnola decidesse di disfarsi della sussidiaria ceca, Kellner sarebbe in agguato e, a quanto risulta, i primi contatti sarebbero già iniziati.

di Giovanni Usai