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Era il 1994 quando il manager italiano Carlo Capalbo, in compagnia dell’amico e medaglia d’oro olimpica Gelindo Bordin, concepì il progetto di istituire una gara podistica nella capitale ceca. Il luogo di nascita non poteva essere più tipico: un pub di Praga e qualche birra, utili a ispirare i due uomini. Tutto questo con l’idea brillante di coinvolgere come testimonial Emil Zatopek, la leggenda mondiale del fondo. Era il 1994, è solo un anno dopo sarebbe stata organizzata la prima maratona di Praga. Da allora molta strada è stata fatta (letteralmente), fino a giungere alla Volkswagen Prague Marathon 2019.

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Questa 25esima edizione ha potuto contare 10600 partecipanti e alcuni numeri da record, come il tempo registrato dall’israeliana Lonah Chemtai Salpeter, che con le sue 2 ore, 19 minuti e 46 secondi ha migliorato di oltre due minuti il miglior tempo femminile registrato in questa corsa nel 2017. 2 ore, 5 minuti e 58 secondi è invece il tempo del vincitore assoluto dell’edizione di quest’anno, Almahjoub Dazza, il super favorito maratoneta del Bahrein. Inoltre, la corsa di oggi è stata la quarta maratona più veloce del 2019 e la terza più veloce di sempre in Europa.

Dazza sulla linea del traguardo

Dazza sulla linea del traguardo

Prestazioni importanti dal punto di vista sportivo, soprattutto in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo del prossimo anno, che vedrà alcuni dei protagonisti di oggi correre per una medaglia, magari la più prestigiosa. Dopotutto, il tempo di Lonah è lontano solo mezzo minuto dal record mondiale.

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Ma la maratona di Praga è molto più che una gara, seppur di alto livello e agonismo. Il weekend, iniziato venerdì con la conferenza stampa e proseguito con gli eventi di sabato dedicati a famiglie ed animali, è culminato con la corsa di domenica, manifestazione che riempie la città di colori e bandiere, con corridori e tifosi di ogni nazionalità ed etnia. Un evento inclusivo, che non lascia indietro nessuno, come chiarisce il claim della corsa, “All runners are beautiful”. Non importa tanto arrivare primi, e forse nemmeno arrivare a tutti i costi. L’importante è provarci, essere presenti e prendersi il tifo sfrenato dei cechi a bordo pista, esattamente come un atleta olimpionico. Lo dimostrano il podista e la podista più anziani, rispettivamente di 85 e 75 anni, in grado di compiere un’impresa a tratti eroica.

Per concludere, piccola postilla d’orgoglio sul nostro Paese: oltre 400 i partecipanti italiani alla corsa, e tra questi anche Catherine Bertone ed Elisa Stefani, settima e nona nella classifica femminile ed uniche europee nella top ten.

Di Giovanni Mattia