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Una fortezza di cinque piani, protetta da una doppia recinzione altissima, con portoni di accesso blindati e un sofisticato sistema di allarme. Così si presenta a Praga, nel quartiere periferico di Hagibor, la nuova sede di Radio Europa Libera, inaugurata ufficialmente lo scorso maggio.
A rendere necessario il trasferimento dal centro di Praga di questa emittente, finanziata dal Congresso degli Stati Uniti, è stato il rischio di attacchi terroristici, palesatosi all’indomani dell’11 settembre del 2001. La sede precedente, situata nel centro della città, in prossimità del museo Nazionale e della piazza Venceslao, era apparsa, sin da subito dopo l’attacco alle Torri gemelle, troppo esposta al pericolo, nonostante i rigidi sistemi di sorveglianza militare subito predisposti.
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Nella nuova sede di Praga Hagibor non manca persino un impianto di climatizzazione con valvole speciali capaci di proteggere da eventuali radiazioni nucleari i 500 dipendenti.
L’emittente è un simbolo dei rapporti euro atlantici sin dagli anni della Guerra fredda e attualmente Radio Free Europe trasmette in 26 lingue, indirizzando i propri programmi principalmente verso i paesi dell’ex Unione sovietica, gli stati arabi e quelli della ex Jugoslavia. Il suo scopo dichiarato è di “Promuovere i valori e le istituzioni democratiche tramite la diffusione di informazioni e di idee”.
Il suo primo quartier generale fu quello di Monaco di Baviera, nel 1950. L’obiettivo di Washington era di far giungere la voce dell’America al di là della Cortina di ferro. La Radio trasmise il suo primo programma su onde corte il 4 luglio 1950, proprio verso la Cecoslovacchia. Erano gli anni della Guerra fredda e il finanziamento di Radio Europa Libera in quegli anni veniva assicurato anche attraverso la Cia, l’agenzia di intelligence degli Stati Uniti d’America che sembra fornisse anche una costante collaborazione nella gestione delle trasmissioni. Le autorità dell’Unione Sovietica e degli altri paesi del Patto di Varsavia, rispondevano con sistematici tentativi di disturbare le trasmissioni. Operazioni di boicottaggio che durarono in pratica sino alla caduta del Muro di Berlino nel 1989.
Qualche anno dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la democratizzazione dei paesi satelliti, il budget di Radio Free Europe, con sede a Monaco, iniziò a essere ridotto. Per Washington si poneva il problema di cosa fare di quella radio che sembrava avesse esaurito la sua stessa ragion d’essere.
Fu allora che l’ex presidente Vaclav Havel, eroe della Rivoluzione di velluto, decise allora di intervenire presso la Casa Bianca, convincendo Bill Clinton a trasferire a Praga l’emittente, che in quel periodo trasmetteva il suoi programmi verso la Cecenia e in Jugoslavia. A questo scopo il governo ceco mise a disposizione, per un affitto simbolico, il palazzo sede dell’ex parlamento confederale cecoslovacco. L’inizio delle trasmissioni da Praga avvenne nel 1995.
Ora che si è concluso il trasferimento della radio a Praga Hagibor, la vecchia sede è stata consegnata al museo Nazionale di Praga, che la utilizzerà come sede secondaria dove organizzare mostre ed esposizioni.
La prima mostra, già programmata, si intitolerà “Be Free” e avrà l’intento di ricreare l’atmosfera che si visse in Cecoslovacchia dagli anni 50 sino alla fine del regime. L’inaugurazione è fissata per il prossimo autunno, quando la Repubblica ceca celebrerà il ventesimo anniversario della Rivoluzione di Velluto.

Di Giovanni Usai