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Disoccupazione

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Leggerissimo miglioramento dei dati sulla disoccupazione. In aprile si è registrato un tasso del 6.5% della popolazione attiva, o 7.9% generale. Dati preliminari per maggio indicano una ulteriore riduzione marginale. Si tratta comunque di valori ancora piuttosto elevati, anche se estremamente inferiori all’Eurozona. Considerando il notevole output del settore industriale, in crescita da diversi mesi, e i buoni risultati generali del PIL, si conferma ancora una volta come la ripresa non stia generando sufficienti posti di lavoro. Suscita critiche anche la politica degli incentivi, che tende a portare in Rep. Ceca aziende destinate ad assumere maestranze non qualificate, spesso immigranti, con salari prossimi al minimo legale. Ciò, come è ovvio, non genera sviluppo economico e altri posti di lavoro, bensì impoverisce il mercato del lavoro stesso. La regione di Praga è come d’abitudine quasi a piena occupazione. Ciò per molteplici motivi, anche legati al terziario e al turismo. Purtroppo gran parte del resto del paese non riesce ad uscire da una realtà di endemica disoccupazione. Un motivo preponderante è il welfare molto generoso che consente una sopravvivenza dignitosa, ma pigra, nelle aree meno sviluppate del paese.

Produzione industriale

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Continua la ottima performance del settore industriale, in termini di output. Anche in aprile crescita molto forte, del 7.7% su base annua a prezzi costanti. Come d’abitudine, il traino è dato dall’export, verso cui il grosso della produzione industriale è rivolto. Infatti, la domanda interna continua ad essere modesta, con preoccupanti risvolti sociali e di benessere generale del paese. Ciò è poco rassicurante per il settore industriale, in prospettiva futura, poiché pone forti pressioni verso l’apprezzamento della corona. Ma in mancanza di domanda interna, per mantenere competitività nell’esportazione, la sola via è l’incremento di produttività almeno uguale al rafforzamento della moneta. In altre parole, la riduzione dei salari, fenomeno ben visibile nei paesi dell’Europa meridionale nell’ultimo decennio. Outlook positivo anche per i prossimi mesi, con ordinativi in crescita del 14% in aprile. Al solito, il settore automotive fa la parte del leone, ma si registra una crescita importante anche nel settore dell’elettronica. Per la prima volta da molti mesi, si registra anche una crescita dell’occupazione nelle aziende industriali con più di 50 addetti.

Inflazione

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Nessuna buona notizia sul versante dell’inflazione. Dopo una leggera crescita dovuta alla svalutazione della corona, si è tornati alla sostanziale deflazione. Con prospettive disastrose per i cittadini cechi. In maggio il CPI ha registrato lo 0.8%. Sembra che anche a livello di BCE, con un lungo ritardo, ci si sia resi conto che la pedante e cieca lotta all’inflazione sta massacrando la domanda interna un po’ dovunque. La Rep. Ceca, pur avendo una banca centrale indipendente, non può non risentire delle politiche monetarie scellerate dell’Eurozona. Il tentativo fatto con la svalutazione della moneta non è evidentemente andato a buon fine, dato che la corona si è svalutata ma la stagflazione di fatto rimane, con un doppio effetto negativo per il bilancio dello Stato e per l’occupazione. Se il governo riuscisse, in uno scatto di autonomia nazionale, ad opporsi ai convincimenti antimonetaristi di Bruxelles e Francoforte, stimolerebbe un clima conducente a scelte di massiccio QE da parte della Banca Centrale ceca. Sembra invece che sia di nuovo ventilata l’ipotesi di un rapido accesso all’euro, il cui processo di avvicinamento prevede una stabilizzazione del cambio a 27, e il rigido congelamento dell’inflazione.

Commercio estero

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Solido attivo della bilancia commerciale anche in aprile, di 16 miliardi di corone. E in crescita di 1.5 rispetto all’anno scorso. Come d’abitudine, forte surplus con l’area EU, a 53 miliardi, e bilancio negativo verso i paesi asiatici e Russia, di circa 4 miliardi.

Le esportazioni sono cresciute del 10.8% su base annua, mentre l’import è salito del 9.2%. Interessante notare che però, valutate in euro, importazioni ed esportazioni siano cresciute solo del 2.8 e 4.3%. Valori comunque molto solidi. E che dimostrano in maniera evidente quanto importante sia l’export per l’economia ceca. Così importante che si tende a penalizzare la domanda interna pur di salvaguardare la competitività della produzione destinata all’export. Ciò è gestibile, pur con molta difficoltà, se si è in controllo di una propria moneta autonoma. Ma se il processo di adozione dell’euro dovesse procedere, non rimarranno spazi di manovra che non siano la depressione sistematica di domanda interna e salari, per mantenere competitività di prezzo.

di Gianluca Zago