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Disoccupazione

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La disoccupazione rimane stabile attorno al 7.0%, livello minimo degli ultimi anni. Diversi fattori hanno contribuito, non tutti strutturali, quali la stagionalità estiva. La crescita della produzione industrale e l’outlook positivo per i mesi invernali fanno ben sperare. Purtroppo però i segnali di una jobless recovery, cioè ripresa senza creazione di nuovi posti di lavoro, sono piuttosto incisivi. Alcune aree del paese, ad esempio la regione di Ostrava, sono in serissima crisi occupazionale, con prospettive purtroppo molto negative. In quell’area in particolare, si teme che subito dopo le elezioni, ci sarà una fortissima ondata di licenziamenti in settori ad alto tasso di occupazione quali il carbonifero e la produzione di acciaio. Praga come ormai usuale, è vicina alla piena occupazione. Mentre le regioni tradizionalmente deboli si confermano tali e continueranno ad esserlo sempre di più, considerando i troppo generosi contributi alla disoccupazione nelle aree depresse e la scarsa attitudine alla mobilità della forza lavoro.

Produzione industriale

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Buoni segnali di ripresa sul versante della produzione industriale. Non solo agosto ha registrato un aumento del 1.6% su base annua, ma soprattutto confortanti sono i portafogli di ordinativi acquisiti, in crescita del 12.3%. Pur essendo vero che l’inizio dell’autunno è tradizionalmente forte, per diversi motivi indipendenti dallo stato generale dell’economia, nondimeno le aspettative sono finalmente positive per i mesi invernali. Inoltre, la leggera ripresa in atto nell’area Ue, principale mercato all’esportazione per l’industria ceca, fa ben sperare per i mesi autunnali ed invernali. Oltre a ciò, sembra agevolarsi l’accesso al credito al consumo per le famiglie, che si traduce solitamente in una spinta alla produzione industriale, particolarmente nei settori automotive e elettrodomestici.

Inflazione

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Continua la discesa dell’indice di inflazione dei prezzi. A settembre ha raggiunto addirittura 1.0%, il livello più basso da tre anni e mezzo. È altamente probabile che dopo le vicine elezioni, le politiche di spesa pubblica saranno più flessibili, e verranno praticate alcune misure di stimolo alla domanda interna, attualmente così debole da essere fattore determinante per la bassa inflazione. L’inflazione bassa, da sola, non è necessariamente positiva, se non è accompagnata da solida domanda di beni da parte delle famiglie, e da investimenti produttivi delle imprese. Si è ben visto negli utimi anni come l’erosione del potere d’acquisto e della domanda interna non sia dovuta al livello dei prezzi, ma principalmente al deterioramento del mercato del lavoro e alla stagnazione dei redditi.
Certamente però, un livello così basso di inflazione aiuta significativamente la Banca Centrale nel mantenere i tassi di interesse molto bassi e nel cercare di deprezzare il valore della Corona, favorendo così le esportazioni.

Commercio estero

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Bilancia commerciale sempre in attivo, come d’abitudine, anche in agosto, con surplus di 20 miliardi di corone, ed in crescita su base annua di ben 4 miliardi. Le esportazioni dopo una battuta di arresto, sono in forte risalita dell’ 1.9% e con outlook positivo, stante la crescita della produzione industriale e i segnali di ripresa della domanda nell’area Ue, mentre le importazioni sono rimaste stabili. La costante posizione di attivo della bilancia commerciale è la spiegazione per lo stato generale dell’economia ceca, relativamente molto migliore dell’eurozona. E costituisce l’argomento definitivo per gli oppositori all’entrata nell’Euro. Cosa che al momento è data come lontana. Molto significativo il rinnovato miglioramento del passivo commerciale con la Cina, sceso di 3.3 miliardi, indicatore chiave di una ripresa della manifattura locale. Come al solito un solido attivo con la Ue, 51 miliardi, anch’esso un ottimo segnale per il futuro della produzione industriale.

di Gianluca Zago