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Incontro con Gianni Baylo, pioniere della imprenditoria italiana in Repubblica Ceca, il quale ci racconta i segreti e le leggende di una via di Praga dal fascino nascosto

Alla scoperta della Seminářská ulice e della sua Stella nera

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di Sabrina Salomoni

Nel tragitto tra il Ponte Carlo e Piazza della Città Vecchia c’è una via sulla sinistra che molti avranno visto, magari senza notarne o ricordarne il nome. Si tratta di una strada piuttosto stretta e breve, costeggiata da alti palazzi antichi. Si chiama via Seminářská e collega piazza Mariánské, dove hanno sede il Nuovo Municipio e la Biblioteca Comunale, e via Karlova, dove nei secoli passati si snodava la processione che dal centro della città, attraversando il Ponte Carlo, giungeva al Castello per la solenne cerimonia d’incoronazione dei sovrani boemi, la cosiddetta Via Reale.
È proprio sulla Seminářská che sediamo per un caffè, davanti al ristorante “Alla Stella Nera”. Siamo ospiti di Gianni Baylo, pioniere della imprenditoria italiana a Praga, grande amante dell’arte, della musica e della cultura in tutte le sue declinazioni. Il luogo non è casuale, perché Baylo è da decenni proprietario, al n. 6 di questa via, di uno dei suoi palazzi più iconici, la “dům U Černé hvězdy” (la casa Alla Stella Nera). L’edificio, classificato come Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, ospita oggi i romantici appartamenti dell’“Hotel At the Black Star”.
“Quando ho scoperto la via Seminářská, ne sono rimasto affascinato” ci racconta. “È una via che trasuda mistero e magia, portando indietro nel tempo. Sembra ancora di vedere le carovane dei mercanti che passavano di qui dirette verso la Vltava, quando queste stradine erano piene di mercati vivaci, case e cortili. E nelle viscere delle case si nascondevano misteriose cantine”.

Via Seminářská nacque attorno a metà del XVI secolo quando venne costruito il Klementinum, l’enorme complesso edilizio che dal 1556 ospitò i Gesuiti. Dopo l’abolizione del collegio gesuita nel 1773, nel Klementinum furono insediati una parte dell’università Carlo di Praga con la biblioteca imperiale e il seminario generale fondato da Giuseppe II per la Boemia che nel 1790 divenne seminario arcivescovile. Fu a quest’ultimo istituto che si deve il nome Seminářská, di cui si ha una prima testimonianza scritta proprio alla fine del XVIII secolo.

“A colpirmi di questo palazzo fu proprio questa stella nera sulla facciata che risale al 1356”, prosegue Baylo. “Secondo le ricerche che ho fatto realizzare, la stella a otto punte, iscritta in una circonferenza, rappresenta il pianeta Venere, le cui fasi hanno un ciclo di otto anni, ed è un simbolo legato alle divinità femminili di varie culture: dalla babilonese Ishtar, dea dell’amore e della fertilità, passando per l’egizia Iside e la greca Afrodite, fino alla Vergine Maria. La stella a otto punte è anche un segno di buona fortuna”.
In realtà, fra le tante straordinarie leggende praghesi, si racconta che la casa U Černé hvězdy secoli fa fosse costantemente illuminata da una strana luce, azzurra e soffusa, che evocava racconti terrificanti. Si diceva di una sarta che aveva tagliato la lingua al defunto marito, condannata a vagare in eterno tra i vicoli della Città Vecchia, nonostante il viaggio di pellegrinaggio a Roma. A mezzanotte si sentivano gli zoccoli di un cavallo bianco che galoppava nelle vicinanze, con in sella un templare senza testa. L’atmosfera inquietante e i personaggi irreali aumentavano l’attrattività e il romanticismo di questo angolo incantato.

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Baylo continua così a condividere notizie interessanti sulla via Seminářská e su questo edificio, raccontandoci che lo stesso Jaroslav Seifert, letterato e poeta premio Nobel, nella sua raccolta di liriche “Políbek na cestu”, non manca di menzionare il palazzo Alla Stella Nera fra i luoghi della sua amata Praga.
Nel libro “Zlatá kaplička nad Vltavou”, raccolta di racconti sui maestri dell’opera ceca, l’autore Bedřich Beneš Buchlovan ricorda invece che Alla Stella Nera funzionava nell’Ottocento una osteria, dove erano soliti incontrarsi il poeta František Ladislav Čelakovský, il librettista Josef Krasoslav Chmelenský e il compositore František Škroup, i quali discutevano dei prossimi eventi al Teatro degli Stati e delle opere di Mozart e Rossini, dal Don Giovanni al Barbiere di Siviglia.
“Praga è stata la culla di grandi musicisti e compositori. Essere qui mi fa sentire vicino a questi grandi artisti e cerco di immaginare come potrebbe essere stata la loro vita e il loro lavoro in queste stesse vie molti anni fa”.
Tornando al palazzo, la casa Alla Stella Nera ha un basamento gotico e venne citata per la prima volta in un documento del 1351, mentre nel 1404 vi risiedeva un orefice. Da altre vecchie carte, Baylo afferma di aver saputo che nel 1622 la casa fu venduta a Cyril Agricola, erede del teologo protestante tedesco e drammaturgo Johan Agricola, il quale ricostruì l’edificio in stile tardo rinascimentale. Un secolo più tardi la ereditò il conte Bedřich Mořic Nostic-Rieneck, feldmaresciallo e presidente del consiglio di guerra di corte e da allora l’edificio fu a volte chiamato “il piccolo palazzo Nostic”. Bedřich Mořic aveva delle tenute in campagna dove produceva del vino con cui riforniva anche la mescita della Stella Nera. Non è quindi certamente un caso che la fama del locale, come luogo in cui poter bere un buon bicchiere di vino, sia tuttora viva.
“Vorrei sottolineare, a proposito dei Nostic, che parliamo di una delle famiglie ceche di più antico lignaggio, la cui fama e ricchezza risalgono al periodo della Battaglia della Montagna Bianca. Il fratello di Bedřich era František Antonín Nostic, conte e mecenate, animatore della vita sociale e culturale del tempo, amico di aristocratici e studiosi. Fece costruire chiese, ville e palazzi, in gran parte realizzati dall’architetto Antonín Haffenecker. Nel 1781 contribuì alla costruzione dell’allora teatro Nostic, oggi Teatro degli stati, dove il 29 ottobre 1787 si tenne la prima del Don Giovanni di Mozart, alla presenza del compositore”.

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Il tema della musica, quando si parla con Gianni Baylo è ricorrente. “Assolutamente sì! La musica è sempre stata una componente fondamentale della mia vita e qui a Praga ho avuto la fortuna di immergermi nella ricca tradizione musicale che permea la città. Bedřich Smetana, Antonín Dvořák e Leoš Janáček, certamente. Praga però mi ha consentito di scoprire anche grandi compositori che, secondo me, sono un po’ dimenticati: Franz Krommer, Jan Křtitel Vaňhal, Leopold Koželuh e tanti altri, che a mio parere andrebbero valorizzati, come dico sempre al mio amico direttore d’orchestra, il maestro Walter Attanasi”.
Oltre alla musica, Baylo ama ricordare i suoi studi umanistici: “La laurea in filosofia mi ha aiutato a sviluppare una mente critica e ad approfondire la comprensione del mondo che mi circonda. Credo che questo abbia arricchito la mia prospettiva di imprenditore, permettendomi di considerare gli aspetti etici e sociali delle mie decisioni”.
Davanti a noi il Klementinum, tutt’oggi occupato in gran parte dalla Biblioteca nazionale ceca, delimita l’intero lato occidentale della Seminářská. Da quest’altra parte della via, ci sono, compresa la Stella Nera, soltanto quattro numeri civici, ma ognuno ospita dei palazzi antichi e degni di nota, di cui si sono conservate le basi originarie.

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Gianni Baylo ci invita ad ammirare la bellezza degli altri edifici. Al civico n. 8, il grande e prestigioso PalazzoTrauttmansdorff, una costruzione classicista con pianta irregolare che si estende tra le vie Seminářská, Husova e piazza Mariánské, patrimonio culturale della Repubblica Ceca. L’edificio vanta dei seminterrati del periodo gotico che si sono conservati dai primi del Quattrocento, epoca a cui risalgono anche le prime citazioni. La ricostruzione più rilevante avvenne tra la fine del XVII e il XVIII secolo, secondo un progetto di Jan Santini-Aichel. Nel 1840 Jan Nepomuk Trauttmansdorff decise di commercializzare lo stabile, che nei secoli precedenti era una residenza aristocratica, e dividerlo in una parte signorile e un’altra di negozi al pianterreno. Nel 1951 vi ebbe sede l’editore Středočeské tiskárny mentre nella seconda metà degli anni ‘70 del Novecento fu rilevato dall’Archivio della città di Praga capitale. Oggi il PalazzoTrauttmansdorff è di proprietà della famiglia Pasquale e vi ha sede la Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Ceca.
All’estremità opposta della via, al civico n. 2, la casa Al pozzo d’oro. Il nome è frutto di una leggenda; si diceva che l’acqua del pozzo fosse così pura da celare un tesoro sul fondo. Alcune fonti sostengono che il tesoro fu trovato per davvero durante una pulizia del pozzo. In passato l’abitazione era anche chiamata Alla sedia rossa probabilmente perché ci visse il cardinale e nunzio apostolico italiano Filippo Spinelli. Originariamente in stile romanico, il palazzo fu riadattato in epoca gotica e all’inizio del XVII secolo fu ristrutturato radicalmente in stile tardo rinascimentale. I tre piani sono noti soprattutto per gli affreschi del Settecento di Jan Oldřich Mayer che raffigurano San Venceslao e San Giovanni Nepomuceno, i patroni che protessero i praghesi dalla peste, ovvero i Santi Sebastiano e Rocco e Santa Rosalia, e i patroni gesuiti Sant’Ignazio e San Francesco Borgia. Sotto le finestre del secondo piano c’è un medaglione dorato, una stella a otto punte con al centro l’immagine della Vergine Maria di Stará Boleslav con Gesù bambino. Anche questo palazzo è oggi sede di un hotel.
L’edificio adiacente, al numero 4, è la Casa alla Vergine Maria che risale al 1360. Oggi ospita l’albergo più stretto di Praga, l’Hotel Clementin. La larghezza del palazzo è di soli 3,28 metri e l’ingresso è incorniciato da un portale barocco in pietra arenaria. La parte più antica è lo scantinato gotico con muri massicci e dove si conservano i resti di una volta in pietra del Medioevo.
Non possiamo che ringraziare Gianni Baylo per averci aiutato a conoscere meglio questa incantevole via di Praga, coi suoi segreti e le antiche leggende che riecheggiano tuttora sulla Seminářská. Il vociare dei turisti qui appare lontano e sembra piuttosto di sentire lo scalpitio sul selciato dei valorosi cavalieri di un tempo.

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