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All’indomani del Gran Prix motociclistico di Brno abbiamo avuto il piacere di ricevere la visita a Praga, nella nostra redazione, di Franco Uncini, indimenticato Campione del mondo della classe 500 nel 1982 e attualmente rappresentante dei piloti per la sicurezza dei circuiti nel Motomondiale.
Abbiamo colto l’occasione per realizzare questa intervista, cominciando da un salto indietro di 33 anni, quando Uncini conquistò il Gran premio della Cecoslovacchia in sella a una Harley Davidson.

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Correva l’anno 1977 quando Lei vinse a Brno. Che ricordi ha di quel periodo?
Un salto indietro davvero grande, anche se, a dire il vero, mi sembra di parlare dell’altro ieri… In questi anni però a Brno sono cambiate tante cose, ad iniziare dal tracciato della pista, che allora era in una zona completamente diversa. Sulla strada statale che dall’attuale circuito porta a Brno, si vedono delle vecchie costruzioni, sono i vecchi box di allora. A quel tempo Brno era un circuito stradale, protetto con delle balle di paglia e poco di più.
Devo dire che, fra le diverse città dove il Motomondiale fa tappa, quella di Brno è una delle gare dove abbiamo visto in questi anni il maggiore sviluppo. Mi torna in mente un episodio del 1976, l’anno prima della mia vittoria. Caddi in pista, a 200 all’ora. Niente di particolarmente grave, ad eccezione delle mani che subirono escoriazioni terribili. Mi portarono subito al primo posto di soccorso lungo il circuito, un lugubre capannone militare, con due infermieri maldestri che non sapevano che cosa fare. Preferì sopportare il dolore e farmi portare subito ai box, nella nostra clinica mobile. Oggi una cosa del genere non potrebbe accadere. Nel circuito di Brno c’è un servizio medico invidiabile, uno dei migliori a livello mondiale.

Lei al Motomondiale lavora nel settore della sicurezza. Qual è precisamente il suo compito?
Sono il rappresentante dei piloti per la sicurezza dei circuiti nel motomondiale, e collaboro con la FIM che è la responsbile legale della omologazione dei circuiti. E’ un compito che in qualche modo svolgevo già all’epoca in cui correvo, quando rappresentavo gli interessi dei miei colleghi. Ero un po’ il coordinatore dei piloti. Poi, sulla scia di questa esperienza, diversi anni dopo sono stato chiamato a rappresentarli nell’ambito della sicurezza, diventando una specie di “sindacalista dei piloti”. Ed è così che ho cominciato a lavorare per l’organizzazione del Motomondiale.

Il tema della sicurezza dei circuiti continua sempre a essere di attualità.
Negli ultimi anni è stato fatto molto in questo settore e credo di aver lavorato anche io tanto perché questo avvenisse. Sono cambiati soprattutto i circuiti, ma parallelamente anche i caschi, le tute di gara hanno fatto dei grandi progressi. Il numero degli incidenti con conseguenze mortali è decisamente meno elevato rispetto al passato. Ben sapendo però che questo è un mestiere nel quale un margine di rischio rimane sempre, come è naturale che sia quando parliamo di moto che raggiungono velocità di 340km orari, con motori da 240 cavalli, con delle componenti di rischio tante e tali da rendere difficilissimo prevederle tutte. Parlare di una sicurezza totale è impossibile.

Fra gli appassionati circola una battuta: “a Brno le curve più pericolose sono le umbrella girls”…
Non nascondo che già negli anni ’70 noi piloti venivamo in Cecoslovacchia molto volentieri per questo motivo, perché da queste parti ci sono bellissime ragazze e le le umbrella girls sono forse le più belle del mondo. Questo è una delle poche cose che a Brno non sono mai cambiate in tutti questi anni. E questo è anche il motivo per il quale mia moglie non vuole mai perdersi un Gran Premio di Brno e mi accompagna sempre in queste trasferte in Moravia (ride guardando la moglie Cinzia, che annuisce con aria scherzosa di rimprovero. Sono insieme da una vita e si sono sposati giovanissimi, NdR).
38 Umbrella Girls (2)
Volevo anche chiedere una sua opinione sul movimento motociclistico ceco
Dal mio punto di vista si tratta di un movimento che può contare su tradizioni di un certo prestigio e che sta attraversando un0indubbia fase di crescita, grazie anche al seguito di tifosi. Importante è anche il ruolo che svolge il Gran premio di Brno, il suo prestigio internazionale, un fattore che può servire a galvanizzare l’ambiente.

Quindi, non ci sarebbe da sorprendersi se un giorno spuntasse un Valentino Rossi della Repubblica ceca?
Perché no? Non mi sentirei assolutamente di escluderlo. Il pilota più promettente del motociclismo ceco è sicuramente Karel Abraham, un giovane che sta andando molto bene. L’ho notato già quando correva nelle 125 ed ero sicuro che avrebbe fatto bene anche nella categoria Moto2. In quest’ultimo Gran premio di Brno è stato tradito forse dall’euforia, dall’emozione di una gara in casa. E’ comunque un bel personaggio, un ragazzo a modo, molto intelligente, tranquillo. Ha tutte le carte in regola per far bene. E il suo passaggio nel 2011 al MotoGp, appena annunciato, non potrà che galvanizzarlo ancora di più.

Uno degli eventi che hanno caratterizzato l’edizione di quest’anno del Gran Premio di Brno è stato l’annuncio del passaggio di Valentino Rossi alla Ducati. I giornali cechi scrivono che Rossi va via perché lo pagheranno di più. Qual è la sua opinione?
Un campione come Valentino, che ha già guadagnato tanti soldi in carriera, non fa una scelta di questo genere per un fatto di ingaggio. Guadagnare molto può essere una soddisfazione, anche perché essere pagati bene vuol dire essere quotati, ma non mi sembra che questa sia il caso di Valentino Rossi. Conta piuttosto la consapevolezza, da parte sua, che rimanere in Yamaha e vincere un altro mondiale con questa moto non gli darebbe la medesima soddisfazione di una vittoria con la Ducati. Valentino vede davanti a sé l’obiettivo di diventare un pilota italiano che vince su una moto italiana. Questo è il suo nuovo traguardo e secondo me ha fatto una scelta intelligentissima. E noi del Motomondiale non possiamo che essergli grati, perché il suo passaggio alla Ducati è di tale portata da rilanciare il motociclismo, con effetti enormi sul piano dell’audience, dell’interesse del pubblico, degli sponsor, di tutto il mondo intero nell’ambito del motociclismo. Il 2011 sarà un anno fantastico per il motociclismo

Di Giovanni Piazzini Albani e Giovanni Usai