FacebookTwitterLinkedIn

La musa di Quentin Tarantino torna a far visita alla sua città natale. Un viaggio tra i ricordi in compagnia dell’artista che ha incantato le platee di tutto il mondo

Barbara era nata da pochi mesi a Reichenberg, l’attuale Liberec, e i soli ricordi sono confuse reminiscenze anglo-tedesche della madre Ingrid. Sul finire del 1944 una sera bussarono alla porta di casa. Il padre era al fronte e la madre aveva ritenuto più sicuro trasferirsi con la bimba ancora in fasce dai nonni paterni, i coniugi Gutscher, rinomati proprietari del cinema Adria. “Herr Gutscher take your hat and leave” furono, nel ricordo materno, le sole parole che quegli uomini dissero al nonno Rudolf sulla soglia di casa. Il mattino dopo abbandonarono tutti la Cecoslovacchia per cercare rifugio in Germania.

Quello che potrebbe essere l’incipit di una delle tante, dolorose testimonianze sulla cosiddetta questione dei Sudeti, con l’espulsione di massa e l’esodo forzato di milioni di cittadini di lingua tedesca dalla Cecoslovacchia alla Germania, è in realtà una delle tappe cruciali della vita di Barbara Gutscher, meglio nota come Barbara Bouchet. “Partimmo all’alba in treno verso Moos, sul lago di Costanza, dove fummo ospitati dalla sorella della nonna materna, zia Franzisca Horner. Lasciammo tutto alle nostre spalle e nessuno di noi ha mai fatto ritorno in patria”. In realtà alcuni anni or sono la celebre attrice non ha resistito al richiamo delle proprie radici ed è tornata in incognito a Liberec. Una breve visita in cerca della casa natale, una sortita fugace maturata dopo una vita di spostamenti dagli stenti e dall’herzoghiano “futuro impedito” della Germania post-bellica, passando per San Francisco e le prime esperienze cinematografiche di prestigio negli States (su tutti il ruolo di Miss Moneypenny in James Bond 007 – Casino Royale), fino alla consacrazione in Italia come icona della commedia sexy e del genere poliziesco.

In questa seconda occasione il viaggio ha assunto i connotati dell’ufficialità, complici anche la serenità riconquistata a fianco del nuovo compagno, l’architetto Giorgio Orlandi, e un desiderio di comunione affettiva con i ricordi della madre, da anni malata di Alzheimer. Informato del desiderio della coppia – in vacanza a Praga – di dedicare una giornata alla visita di Liberec, l’imprenditore italiano Alessandro Alagia si è impegnato nell’organizzazione dell’evento. Ad accogliere l’attrice e i suoi accompagnatori presso la Sala cerimonie del municipio cittadino questa volta erano presenti fotografi, giornalisti e le massime autorità locali, tutti visibilmente emozionati. E non poteva essere altrimenti. Gli anni non hanno intaccato la bellezza magnetica di Barbara Bouchet, hanno solo maturato il suo fascino raffinato, sempre più seducente grazie alla combinazione con una spontanea empatia verso il prossimo. “Non mi aspettavo un’accoglienza così calorosa, un benvenuto così affettuoso da parte delle istituzioni”, ha commentato l’attrice che ha firmato autografi senza sottrarsi alle numerose domande dei presenti.

Una vita privata e professionale così intensa è stata difficile da ripercorrere nel corso di un semplice incontro, per quanto arricchito da momenti conviviali, scambi di doni, visite guidate al municipio e ai luoghi simbolo della famiglia Gutscher. Pochi artisti possono infatti vantare di aver lavorato con Martin Scorsese e Otto Preminger, o al fianco di attori come Marlon Brando, David Niven, Robert Mitchum, Jack Lemmon, Woody Allen, Kirk Douglas, John Wayne, Yul Brinner, Gregory Peck, Cameron Diaz, Daniel Day Lewis. Tuttavia il personaggio interpretato a cui Barbara Bouchet è più legata è quello di Patty nel film L’anatra all’arancia, un classico della commedia all’italiana. “Volevo assolutamente recitare in quel film e lavorare con Dino Risi, ma il regista mi informò che Monica Vitti, un’artista di grande spessore, non voleva una bionda al suo fianco. Così decisi di affittare una parrucca con i capelli neri corti e di fare il provino. Monica si disse soddisfatta ma poco prima delle riprese litigò violentemente con Risi che abbandonò il set e fu sostituito da Luciano Salce. Il film fu un successo ed io ebbi l’occasione di cimentarmi in un ruolo molto divertente, circondata da amici e da grandi professionisti. Devo molto a quella parrucca e al personaggio di Patty”.

Tra i numerosi aneddoti uno in particolare ha suscitato stupore e ammirazione. “Ero in teatro, avevo da poco finito le prove e nel corso di un incontro con la stampa i giornalisti mi dissero che ero l’icona di Quentin Tarantino. Mi misi a ridere pensando ad uno scherzo. Tarantino era già una star internazionale ed io non avevo mai visto i suoi film, troppo violenti, la notte avrei avuto gli incubi. Poi mi mostrarono un video. Rimasi sorpresa e lusingata dalle dichiarazioni del regista ma la cosa finì lì. Alcuni mesi dopo ricevetti una telefonata di Marco Müller; il direttore del festival del cinema di Venezia mi informava che Quentin Tarantino, tra il serio e il faceto, aveva dichiarato che non si sarebbe presentato al festival per presentare Bastardi senza gloria se non ci fossi stata io ad accoglierlo. E così fu. Quando mi vide non credeva ai suoi occhi. Fece letteralmente dei salti di gioia e mi invitò ad accompagnarlo alla prima del suo film. Al termine della proiezione mi confidò che aveva pensato di affidarmi una parte, da recitare in francese, ma poi il personaggio era stato cancellato dalla sceneggiatura. Scherzando gli risposi che ero offesa, la prossima volta avrei voluto un ruolo da protagonista. Da allora sono la musa di Quentin Tarantino”. Attualmente Barbara Bouchet è impegnata con il teatro ma amerebbe rendere omaggio alle proprie origini interpretando un ruolo cinematografico che la veda protagonista tra la Repubblica Ceca e la Germania.

La mattinata volge al termine e la visita si conclude con uno scambio di doni nel cortile dell’ex casa Gutscher: fiori, manufatti locali, libri, foto e antiche piantine d’antiquariato del cinema Adria.

“Oggi ho ricevuto tanti regali ma ce n’è uno in particolare che mi ha dato una grande gioia: l’aver potuto visitare l’interno della mia casa natale. Poco importa che sia in fase di ristrutturazione, quello che veramente conta è il vincolo affettivo che mi lega a questi luoghi. Comunque desidero tornare quanto prima e vedere tutto con più calma”. Le occasioni non mancheranno. Nei prossimi mesi è in programma l’allestimento di una mostra itinerante che farà tappa a Liberec e al castello di Ořechov, nella Moravia meridionale: saranno esposti articoli, locandine, foto di scena, costumi e altre rarità provenienti dalla collezione privata di Barbara Bouchet.

di Alessio Di Giulio