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Prima edizione quest’anno nella Repubblica ceca del Premio Gypsy Spirit, un’iniziativa realizzata dal ministero dei Diritti umani allo scopo di valorizzare esempi di integrazione della comunità rom e per riconoscere i meriti di coloro che si prodigano verso questo obiettivo.

L’idea è stata importata dalla Slovacchia, dove il Gypsy Spirit si è svolto con successo nella prima metà di quest’anno. Nell’ex paese confederato, tra l’altro, un sostegno fondamentale al progetto è stato offerto, in qualità di general partner, dalla Slovenske elektrarne (gruppo Enel) e ciò testimonia quanto questo tema sia importante anche sul piano della responsabilità sociale d’impresa.   
In entrambi i Paesi le ragioni per stimolare una migliore integrazione dei Rom non mancano. I cittadini appartenenti a questa etnia costituiscono infatti non solo la minoranza più numerosa – in Slovacchia mezzo milione di persone e nella Repubblica ceca più di 300 mila – ma anche uno dei problemi sociali più urgenti da affrontare.
La grande maggioranza dei Rom cechi e slovacchi vive in condizioni di assoluta miseria, quasi sempre in un rapporto di conflittualità rispetto al resto della popolazione o comunque in una situazione di emarginazione. I Rom sono spesso segregati in ghetti cittadini e addirittura in villaggi ai margini della civiltà, come avviene in modo particolare nella Slovacchia orientale.
Una situazione per la quale non si esita spesso a parlare di una vera e propria bomba a orologeria, la cui pericolosità è resa ora ancora più grave dalle tensioni derivanti dalla crisi economica degli ultimi tempi.
Un problema che grava con urgenza sui governi di Praga e Bratislava, così come su quelli di tutti i paesi della Nuova Europa, rispetto al quale Bruxelles non può rimanere indifferente. Vladimir Spidla, l’ormai ex commissario UE per l’Occupazione e gli Affari sociali, proprio lo scorso aprile, a Praga, ha presentato la nuova “Piattaforma europea per l’integrazione dei Rom”. Abbiamo bisogno – spiegò il commissario in quell’occasione – di politiche costruttive che offrano ai Rom una possibilità e non di politiche repressive che ne aggravino la povertà e l’esclusione sociale”.
Un progetto come il Gypsy Spirit non può certo risolvere questa situazione, ma costituisce comunque un impulso importante verso la strada dell’integrazione e dello sviluppo sociale dei Rom.  
Il fatto che il ministro dei Diritti umani Michael Kocab abbia voluto Vaclav Havel a presiedere la giuria del Gypsy Spirit è indicativo. L’eroe della Rivoluzione di velluto, con la sua storia personale, la sua solida formazione umanistica, la sua autorevolezza, è ancora oggi un leader in grado di porre alla politica traguardi di grande portata che possono anche apparire utopistici.    
La serata finale del Gypsy Spirit, durante la quale sono stati consegnati i premi, si è svolta nella Pražská křižovatka, un centro culturale nel cuore di Stare mesto, realizzato sulle rovine restaurate della Chiesa di Sant’Anna, dove ora ha sede la fondazione Vize97 di Havel e di sua moglie Dagmar. “Sono felice che quest’iniziativa si svolga proprio qui, in un luogo che consideriamo dedicato alla comprensione, alla comunicazione e al dialogo” ha detto l’ex presidente.   
Con Havel nella giuria una serie di altre personalità, fra cui lo stesso ministro Kocab, l’eurocommissario Vladimir Spidla, il consigliere dell’Osce per le tematiche rom Andrej Mirga  e il deputato slovacco Magda Vášáryová, una delle principali sostenitrici del progetto Gypsy Spirit nell’ex paese confederato
A ravvivare la serata ci hanno pensato i colori, la musica e l’esuberanza che sono l’espressione più genuina della tradizione e della cultura dei Rom. L’evento si è infatti concluso in un clima di grande festa e persino Havel ha partecipato alle danze, facendosi trascinare dai Rom in un girotondo al ritmo del “Romano hiphop” dei Gypsy.cz.  
I riconoscimenti, nelle varie categorie, sono andati al Český západ, un’associazione non governativa che opera a favore dell’integrazione dei Rom nella Boemia occidentale, al Museo della cultura Rom di Brno, ad una scuola elementare di Svitavy-Lačnov in Moravia del sud (un esempio meraviglioso di come fra i bambini le barriere di carattere etnico non esistono), allo studioso e attivista rom Ladislav Goral, fondatore del Corso di Lingua e Cultura Romaní presso l’Università Carlo di Praga.
L’ultimo riconoscimento – consegnato dal cardinale Miloslav Vlk, Arcivescovo di Praga in un clima di comprensibile commozione – se lo sono meritati i medici e tutto il personale del reparto di Rianimazione e Terapia intensiva dell’ospedale di Ostrava. Sono i sanitari che hanno salvato la vita a Natalka, una bambina rom di tre anni, rimasta vittima lo scorso aprile a Vitkov, in Moravia del nord, di un attentato incendiario con il quale quattro estremisti della zona hanno distrutto la casa della sua famiglia. Per salvarle la vita sono stati necessari otto mesi di ricovero, i primi dei quali in condizioni disperate, con ustioni di secondo e terzo grado sull’80% del corpo. Una bambina destinata a portarsi dietro per tutta la vita i segni devastanti di questo calvario, ma che i medici sono riusciti, di recente, a riaffidare alle braccia dei genitori.
Il ministro Kocab alla fine della serata ha dichiarato: “Il Gypsy Spirit vuole essere la dimostrazione che quando il cuore vuole veramente qualcosa può fare cose straordinarie”.

Di Giovanni Usai