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Il mitico atleta moravo torna alla ribalta con le splendide tavole disegnate da Jaromír 99 e sceneggiate da Jan Novák. Il racconto di un uomo straordinario, dei suoi successi, della sua leggendaria smorfia di sofferenza durante le gare

“Když nemůžeš, tak přidej”, diceva il leggendario atleta cecoslovacco, “quando non ce la fai più, accelera”. Un motto che riassumeva il carattere di Emil Zátopek, considerato uno dei migliori corridori di tutti i tempi. Ora la sua straordinaria carriera è diventata il soggetto di un meraviglioso romanzo grafico scritto da Jan Novák, coi disegni di Jaromír 99 (pseudonimo di Jaromír Švejdík).

L’opera raffigura uno dei cecoslovacchi più importanti del ventesimo secolo (e sicuramente il primo tra gli sportivi), ripercorrendo i suoi anni di gloria e senza tralasciare le peculiarità che lo resero speciale. Oltre ai successi impareggiabili nelle sue gare, ci sono le famose smorfie di angoscia e sofferenza, così come i metodi non sempre ortodossi, coi suoi allenamenti massacranti al freddo e nei boschi, tutto ciò che faceva dell’atleta un uomo unico. Gli autori non hanno trascurato nessun dettaglio.

Il fumetto comincia negli anni venti, a Kopřivnice nella regione della Moravia-Slesia, dove Zátopek cresce in una famiglia numerosa e molto povera. È qui che parte la storia del primo corridore ad aver infranto la barriera dei 29 minuti sui 10mila metri piani (primato stabilito nel 1954).

Nel 1938, a 16 anni, Emil inizia a lavorare alla Baťa, la grande fabbrica delle calzature di Zlín, ed è proprio lì che un allenatore aziendale lo convoca – insieme a tre suoi colleghi e contro la sua volontà – per partecipare a una gara podistica. Il futuro campione arriva per la cronaca secondo, ma è quel giorno che Emil scopre la bellezza di gareggiare.

Da quel momento Zátopek pensa solo alla corsa, alla quale dedica tutto il tempo libero dal lavoro. Le cose diventano più semplici quando entra nell’Accademia militare e dove ha tutto il tempo necessario per allenarsi e, ovviamente, migliorare.

Dalle fatiche dei primi anni si passa agli anni in cui il suo talento diventa noto al grande pubblico: siamo alle Olimpiadi di Londra del 1948, dove Emil vince l’oro nei 10mila metri piani e arriva secondo nei 5mila. Sebbene sia riuscito a raggiungere la popolarità internazionale a Londra, e stabilire il record mondiale dei 10mila metri per ben due volte nella stessa competizione, prima di migliorarlo in altre tre occasioni negli anni seguenti, saranno le sue imprese alle Olimpiadi di Helsinki 1952 che lo faranno entrare nella leggenda.

Le sue medaglie d’oro nei 5mila e nei 10mila metri non sono una grande sorpresa, ma è la sua vittoria nella maratona che sbalordisce il pubblico. Nonostante vantasse tempi stratosferici sia sui 20 che sui 30 km (detenendo il record del mondo in entrambi), Zátopek non aveva mai fatto la maratona ma decide di prendere parte alla competizione comunque. Non avendo la minima esperienza in questa disciplina, deve affidarsi ad una tattica molto particolare; decide di “marcare” il rivale più temuto, il detentore del primato mondiale della specialità, l’inglese Jim Peters, e correre fianco a fianco con lui. Peters, di conseguenza, impone un ritmo elevato pensando di poter far stancare il corridore cecoslovacco. Il risultato? Peters non finisce la gara e Zátopek vince il terzo oro olimpico.

Fortunatamente gli autori del fumetto non si sono limitati a raccontare solo le imprese sportive. Fra quelli più significativi spiccano gli eventi alla vigilia dei giochi di Helsinki, quando il regime comunista decide di escludere il corridore Stanislav Jungwirth dalla squadra olimpica della Cecoslovacchia, essendo questi il figlio di un dissidente. Zátopek non ci sta, e lancia una sfida alle autorità: “se non viene lui, non partecipo nemmeno io”. All’inizio i comunisti sembrano irremovibili e tutto farebbe pensare che entrambi resteranno a casa. Alla fine però le autorità, forse anche spaventate dalla popolarità di Zátopek, cambiano idea e acconsentono alla partenza di entrambi per i giochi olimpici.

È stato proprio questo episodio che ha convinto Jan Novák ad accettare l’incarico di scrivere un copione per raccontare la storia di “un uomo contro il sistema, del piccolo contro il grande, materiale perfetto per il cinema”. Curiosamente, infatti, il primo a chiedergli di sceneggiare la storia di Zátopek è stato un regista cinematografico, David Ondříček.

Novák, nato a Kolín nel 1953, è conosciuto principalmente per il suo lavoro nel mondo del teatro e del cinema, sia in inglese che in ceco. Dal 1969 in poi ha passato gran parte della sua vita negli Stati Uniti, dove è diventato amico dell’editore e scrittore ceco-canadese Josef Škvorecký, una figura notevole per la pubblicazione di libri scritti da dissidenti, proibiti dalla Cecoslovacchia comunista.

Una volta scritta la sceneggiatura, Novák ha aspettato a lungo, senza ricevere notizie dal regista Ondříček e senza capire il perché non si girasse il film. A un certo punto, gli è venuta una idea…

Lo sceneggiatore boemo era convinto sin dall’inizio che il soggetto potesse funzionare anche meglio in forma di fumetto. È stato così che ha pensato di contattare il disegnatore Jaromír 99, nome d’arte di Jaromír Švejdík. Quest’ultimo (classe 1963), oltre a essere un cantante e musicista, negli ultimi anni si è imposto alla attenzione del grande pubblico per aver illustrato la storia di Alois Nebel (diventato un film d’animazione nel 2011), e per la sua versione fumettistica del Castello di Kafka.

Incontratisi la prima volta per una birra, Novák e Švejdík sono entrati sin da subito in perfetta sintonia. Il risultato è un fumetto su Zátopek davvero meraviglioso, coi suoi solo quattro colori utilizzati, principalmente l’arancione e il turchese.

Pubblicato quest’anno a Praga grazie a una collaborazione fra le case editrici Argo e Paseka, con contribuito finanziario del Comitato olimpico ceco, e già uscito in Germania, gli autori sperano che possa oltrepassare anche i confini di altri paesi. Il primo passo è stato l’evento del 7 giugno all’ambasciata della Repubblica Ceca di Washington, dal titolo “The Story of the Legendary Czech Runner Emil Zátopek in Comics”, al quale erano presenti anche i due autori.

Ma gli omaggi non finiscono qui. In occasione dei giochi olimpici estivi che si svolgeranno a Rio de Janeiro, dal 5 agosto al 21 agosto 2016, la rappresentanza ceca onorerà l’eroe nazionale vestendo una uniforme che sfoggia un suo autoritratto, reinterpretato dall’artista Milan Jaroš.

A questo aggiungiamo l’omaggio di David Černý, un’opera certamente particolare: delle gambe elettriche in corsa, che saranno installate e connesse alla casa olimpica ceca così come in vari luoghi a Praga. Ancora, una biografia appena pubblicata sull’atleta firmata dallo storico ceco Pavel Kosatík.

Per finire, una notizia tanto attesa: il regista David Ondříček ha iniziato a girare la versione cinematografica del soggetto di Novák. La leggenda della locomotiva umana – appellativo che Zátopek si era conquistato per il modo di ansimare durante la corsa – è destinata a durare ancora a lungo.

di Lawrence Formisano