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Il mercato del sesso in Repubblica Ceca: tra case di piacere e sfruttamento, turismo a luci rosse e criminalità. Quanto deve all’industria del sesso il boom turistico ceco?

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La prostituzione in Repubblica Ceca non è illegale ma la prostituzione organizzata (come bordelli o comunque locali dove si vende sesso a pagamento) è proibita. L’atteggiamento delle autorità nei confronti dell’argomento è comunque, da sempre, di distratta tolleranza. Fin dalla caduta del regime comunista, il fenomeno del sesso a pagamento è notevolmente cresciuto nel paese, fino a diventare uno dei fattori del boom economico connesso al turismo.
La prostituzione legata all’afflusso di turisti stranieri è molto diffusa non solo a Praga ma anche nelle zone di confine con Germania e Austria, i ricchi vicini occidentali, con una miriade di case di appuntamenti dove la lingua ufficiale è il tedesco.
Per esempio Znojmo, in Moravia, una vera e propria cittadina a luci rosse. Quei pochi chilometri di strada che la separano dalla frontiera austriaca, sulla E59, sono ormai diventanti in fatto di prostituzione una delle più famose arterie d’Europa.
Lo sviluppo del turismo sessuale è legato anche all’esplosione di siti Internet specializzati e alla maggiore fruizione di voli low cost, che collegano tutta Europa a Praga e a Brno in un’ora o poco più di aereo.
In Repubblica Ceca ci sono oltre 200 siti web che offrono non solo servizi sessuali a pagamento ma anche pacchetti “all inclusive” per il weekend, comprensivi di volo, hotel e serata in compagnia. Il tutto prenotabile con un click comodamente da casa prima di partire.
Tra i locali praghesi più conosciuti dagli italiani, complici anche alcune apparizioni televisive in programmi come “Le Iene” su Italia Uno, vi è sicuramente il Big Sister, il primo bordello, dove molto spesso i clienti possono “consumare” gratis se accettano di avere la loro prestazione visibile pubblicamente su Internet. Un’altra “raffinatezza” di questo locale è quella di poter ottenere il dvd personalizzato con il video della propria prestazione: anche per questo motivivo il Big Sister è diventato uno dei locali favoriti dai tanti brufolosi neo maggiorenni delle numerose gite scolastiche che giungono a Praga. Ormai, in tempi di bunga bunga, evidentemente tutto fa brodo per rendere più esauriente il viaggio di istruzione.
Secondo il Ministro dell’Interno ceco, in tutto il Paese ci sono quasi 900 attività di questo tipo – fra bordelli veri e propri, nightclub, pensioncine a ore – e almeno 200 di questi sono a Praga. Un business complessivo che genera un giro d’affari annuo di almeno nove miliardi di corone, cifra che rappresenta una fetta non trascurabile del Pil nazionale.
Molto più difficile fare una stima precisa delle donne “impiegate” da questa industria. Si parla di cifre che possono variare dalle 10.000 alle 30.000 operatrici, ma il conteggio non è semplice. Molte di queste ragazze esercitano nei bordelli e di solito vendono prestazioni come “ballerine” o “massaggiatrici” e retribuite, spesso piuttosto bene, come tali. Oltre alle piu’ “fortunate” ballerine dei night clubs, il mercato del sesso e’ alimentato anche da una silenziosa minoranza di signore che svolgono questa attività più discretamente, spesso in appartamenti privati, magari come un secondo lavoro. Navigando nei vari siti internet si possono trovare facilmente annunci di donne, più o meno giovani, che offrono occasionalmente prestazioni sessuali a pagamento per arrotondare lo stipendio o magari per pagarsi l’università. Non sono sfruttate e non lavorano come professioniste nei locali di Praga, ma sono persone “normali” che, per sbarcare il lunario, decidono di vendere il proprio corpo. Anche se la loro è una decisione libera ed autonoma, potremmo certamente disquisire a lungo, da un punto di vista socio-economico, se la condizione di molte a vendere il proprio corpo part-time sia dettata da una reale volontà o piuttosto dalla necessità reale di un salario che non permette di arrivare a fine mese.
Da non sottovalutare, inoltre, la questione legata all’aspetto sanitario: queste ragazze, conclusa la prestazione a pagamento privata, conducono poi una vita normale, spesso con un fidanzato, un marito o una famiglia (di solito all’oscuro di questa seconda vita). La loro vita sessuale spesso non è controllata da un punto di vista igienico-sanitario e questo inevitabilmente causa problemi anche ai propri partner. Secondo il Ministero della Sanità , infatti, le malattie legate al sesso sono in costante crescita in Repubblica Ceca, non solo per quanto concerne il virus dell’Hiv (su livelli preoccupantemente alti rispetto agli altri paesi Ue) ma anche per la sifilide, la cui diffusione è aumentata di tredici volte negli ultimi dieci anni.
Il fatto che ci sia una categoria di donne che esercita questo mestiere per scelta più o meno libera, non esclude l’altro aspetto vero e tragico dell’intera vicenda: il traffico di persone e lo sfruttamento delle ragazze indotte alla prostituzione. Il mercato del sesso nasconde, infatti, un’altro aspetto, spesso sottovalutato e non approfondito come si dovrebbe, che e’ quello legato alle tante donne vittime delle organizzazioni criminali.
Sappiamo da fonti del Ministero dell’Interno e della Commissione Europea, che la Repubblica Ceca è paese di transito e destinazione per donne e bambini trafficati principalmente dall’Ucraina, Russia, Bielorussia, Moldova, Lituania, Romania, Bulgaria, Slovacchia, Cina e Vietnam. La maggior parte di questi esseri umani non rimangono comunque in territorio ceco: qui vengono portati e poi smistati nei ricchi mercati occidentali europei o americano. Gli spostamenti interni riguardano invece più le ragazze ceche, soprattutto di etnia Rom, che vengono trasferite a forza dalle zone più disagiate del paese, dall’est, verso Praga o i confini con Germania e Austria. Proprio le ragazze Rom sono le più ad alto rischio in quanto sono vittime di familiari, o di persone vicine alla famiglia, che conoscono e di cui, quindi, si fidano.
La polizia ceca in questi anni ha ottenuto buoni successi nell’arrestare i trafficanti di persone cosi come la legislazione ha compiuto dei notevoli passi avanti, adeguandosi al resto del paesi occidentali e aumentando le pene per i colpevoli. Molte associazioni di Ong sono state fondate e sovvenzionate da soldi statali nel corso degli anni e asilo viene offerto alle vittime per tutto il periodo in cui la loro posizione non viene stabilizzata. Una delle ONG piu’ attive in questo senso in Repubblica Ceca e’ certamente La Strada (www.lastrada.cz): La Strada è stata sovvenzionata, negli ultimi anni, dai ministeri della Giustizia e degli Esteri olandese in cooperazione con la Fondazione Olandese contro il Traffico delle Donne. L’organizzazione ha uffici in Repubblica Ceca, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Macedonia, Moldavia, Olanda, Polonia e Ucraina. La Strada cerca di porre l’attenzione della società sul problema del traffico delle donne, sulla prevenzione del traffico di persone, sull’assistenza individuale così come sulle lobbies politiche.
Da tempo in Repubblica Ceca si cerca di attuare una legislazione a favore della regolarizzazione legale della prostituzione che viene però puntualmente rimandata. Non sappiamo se la strada giusta sia quella della legalizzazione o quella della lotta alla prostituzione a favore della dignità della donna; di certo però l’attuale condizione di tolleranza o di vigilanza con un occhio aperto e l’altro chiuso, lascia molte ombre nella quali gli unici a guadagnarci sembrano proprio la criminalità e il turismo sessuale.

Di Alessio Marchetti