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Dopo il boom degli anni ‘90, i classici negozi di libri usati del centro di Praga cominciano a cedere il passo davanti all’avanzata delle rivendite online

In tutte le città del mondo esistono luoghi dove, appena varcata la soglia, sembra che il tempo si sia fermato, o che scorra comunque in modo diverso da tutto quello che c’è fuori. Sono spesso caffè storici, sale da tè, piccoli negozi, botteghe di artigiani… Spazi chiusi in cui si percepisce un’energia diversa, luoghi del vivere quotidiano ricchi di storia, che si distinguono da tutti gli altri per una certa atmosfera che li caratterizza, posti che più di altri sembra abbiano “un’anima”.

Di questi luoghi Praga è particolarmente ricca, e accanto alle birrerie fumose e ai caffè che l’hanno resa celebre, c’è un’altra categoria di spazi chiusi che rendono unica questa città: le sue librerie antiquarie.

Quando si entra in uno di questi posti si è subito trasportati in una dimensione diversa. Un innato rispetto per il sapere, l’odore della vecchia carta mescolato a quello della polvere che inevitabilmente nel corso del tempo si è posata sulle pagine dei libri, insieme a quello di leggera umidità – dovuto alla caratteristica, propria della carta, ad assorbirne – creano quell’atmosfera in cui si rimane sempre in un silenzio quasi religioso, come quello che si osserva nei luoghi di culto.

In questi piccoli musei dello scibile umano disseminati per le strade di Praga si trova di tutto, e non soltanto in lingua ceca. Molte librerie antiquarie hanno infatti ricche sezioni di volumi stranieri, soprattutto russi, inglesi, francesi e tedeschi, ma si rimane sorpresi nel constatare quanti ce ne sono anche in lingua italiana. Un tempo questi libri si trovavano nelle biblioteche private di questo paese, prima che finissero negli antiquariati, pronti per una nuova fase della loro esistenza nelle mani di altri lettori. Nelle librerie praghesi è capitato di ritrovare preziosissime prime edizioni italiane del ‘900, spesso con dedica e firma di autori come Pirandello, Aleramo o Boccioni.

Le perle d’occasione sono ancora reperibili, anche se in maniera sempre più rara, curiosando fra migliaia di pezzi, alcuni ben ordinati e divisi per generi negli scaffali, altri ammonticchiati e in attesa di essere registrati. I veri appassionati custodiscono gelosamente tutti i segreti per fare le loro scoperte e spesso anche degli ottimi affari.

La maggior parte dei libri reperibili mediamente in questi piccoli scrigni del sapere sono stati pubblicati tra il 1900 e il 1960, ma ci sono anche librerie specializzate in volumi d’arte, prime edizioni e tomi antichi in generale. Molte di queste hanno delle belle e ricche collezioni di ex libris, il cui commercio in Repubblica Ceca è particolarmente vivo.

Il “boom” degli antiquariati librari si ebbe immediatamente dopo la fine del comunismo, quando la gente poté finalmente leggere tutta quella letteratura che era invece proibita durante il regime . Prima del 1989 a Praga c’era appena una decina di rivenditori di vecchi libri, numero che crebbe in modo esponenziale negli anni immediatamente successivi al 1990.

La cultura del libro e l’abitudine alla lettura sono in Repubblica Ceca molto ben radicate. Basta vedere il numero di biblioteche pubbliche funzionanti nel paese e la quantità di utenti che le frequenta, ma per avere una vaga idea basta anche solo guardarsi intorno in metropolitana o negli spazi pubblici per rendersi conto che i cechi amano davvero leggere. Secondo Jiří Trávníček, autore di un saggio sul rapporto fra i cechi e la lettura (“Čtenáři a internauti: obyvatelé České republiky a jejich vztah ke čtení”), il 6,5% della popolazione ceca si gode più di 50 libri in un anno, e la media generale della popolazione sfiora la cifra di 17 pro capite. Questi numeri parlano chiaro: gli abitanti di questo paese sono tra quelli che al mondo leggono di più.

“I cechi – scrive Trávníček nel suo saggio – rappresentano lo 0,6% della popolazione mondiale, ma la nostra produzione editoriale annua equivale all’1,76% del numero di libri che si producono in un anno in tutto il pianeta”.

Anche se i numeri sono leggermente in calo negli ultimi anni, a causa della crisi economica, il 79% della popolazione ceca “consuma” almeno un libro all’anno e ogni ceco dedica mediamente almeno 38 minuti al giorno a questa occupazione, mentre compra mediamente cinque libri nell’arco di un anno. Inoltre la media dei volumi posseduti da ciascun ceco nelle biblioteche casalinghe raggiunge la cifra di 245 titoli (fonte: Čtenář 2010).

Questi dati giustificano il grande numero di librerie presenti nelle città ceche e soprattutto a Praga, sia quelle che vendono nuove edizioni, sia quelle antiquarie. Di queste ultime, nella sola città di Praga ve ne sono circa 60 (rispetto alle circa 150 di tutto il Paese, dati 2010), di cui almeno venti nel solo distretto di Praga 1. Il motivo è semplice: in centro circola il numero più elevato di potenziali clienti, compresi i turisti, spesso attirati da questo tipo di shopping culturale.

Ancora dieci anni fa, il numero delle librerie antiquarie in giro per Praga era quasi il doppio rispetto ad oggi. Molte hanno chiuso battenti, non tanto perché i cechi leggano meno, ma per il fatto che non tutte hanno voluto adattarsi ai cambiamenti epocali che hanno interessato anche il modo di leggere negli ultimi anni, e cioè internet, gli e-shop e l’avvento del libro elettronico.

Chi invece è stato disposto e capace di adattarsi ha dovuto modificare radicalmente aspetto e anima del proprio negozio di libri usati. Oggi molti antiquariati funzionano in regime “misto” e cioè vendono sia libri nuovi che vecchi, ma la vera rivoluzione per questo business, e passione al tempo stesso, è avvenuta già nel 2001 quando è stato creato il primo portale ceco di antiquariato librario online. Si tratta di www.antikvariaty.cz, progetto realizzato da tre librerie storiche praghesi che hanno capito come i tempi sarebbero presto cambiati. A questo portale ne è seguito successivamente un altro, www.muj-antikvariat.cz, oggi il più famoso e usato dai cacciatori di libri online cechi, con un catalogo che mette insieme i database di 138 librerie antiquarie e oltre 1.600.000 titoli acquistabili in rete.

Almeno il 70% degli antiquariati di libri, attualmente, ha le proprie pagine web e alcuni di questi accettano solo prenotazioni online! Risultato dei tempi che cambiano, al prezzo che spesso si entra in libreria per chiedere un titolo, e come risposta si ottiene quella di consultare le pagine web.

Se un tempo il librario era una figura quasi mitica, di cui si ammirava la prodigiosa memoria e la capacità di trovare nel disordine del proprio negozio qualsiasi titolo in pochi secondi, oggi è invece un mezzo esperto informatico con nozioni base di internet e gestione di siti web.

La produzione editoriale si è sempre adattata ai progressi tecnologici e oggi il dibattito è aperto su se in futuro si continueranno a prendere in mano libri cartacei o se questi saranno invece soppiantati completamente dagli e-book. Solo il tempo ci darà, presto, una risposta. Ma il fascino del negozietto di libri usati, con i suoi odori e la sua atmosfera, dove a volte si ritrovano veri e propri gioielli bibliografici del passato ritenuti perduti per sempre, rimarrà sicuramente ancora molto a lungo nel cuore e nel ricordo di molti appassionati bibliofili.

di Mauro Ruggiero