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CZECH-FOOTBALL-MASOPUST
“Per mostrare il trofeo ai miei tifosi, me lo portai allo stadio di Praga, in tram, dentro una busta di plastica”. Basterebbe questo ricordo di Josef Masopust – Pallone d’oro nel 1962, che quest’anno, il 9 febbraio, ha festeggiato l’80° compleanno – per capire quante cose sono cambiate da allora. Pepik, come lo chiamavano affettuosamente i tifosi, conquistò l’ambito trofeo superando, nelle valutazioni della giuria di France Football, il portoghese Eusebio, altro monumento del calcio mondiale.
Sei mesi prima Masopust era stato protagonista nei Campionati mondiali del Cile, quando la Cecoslovacchia giunse sino alla finale e si arrese solo al Brasile per 3 a 1 nell’Estadio Nacional di Santiago. I carioca – benché privi del leggendario Pelé, infortunato – riuscirono a imporre la legge del più forte, ma Masopust ebbe almeno la soddisfazione di segnare il gol che, nel primo tempo, portò temporaneamente in vantaggio la Cecoslovacchia.
Nella storia del calcio di questo paese sono stati sinora solamente due i calciatori che sono riusciti a segnare un gol durante una finale dei Campionati del mondo. Oltre a Masopust, anche Antonin Puc, che nel 1934 a Roma, portò in vantaggio la Cecoslovacchia contro l’Italia, in una finale che furono poi gli Azzurri ad aggiudicarsi per 2 a 1.
“Mi farebbe tanto piacere poter condividere in futuro questo primato non solo con Antonin Puc, ma anche con altri giocatori cechi, sperando un giorno di arrivare nuovamente in finale ai Mondiale ” ha detto Masopust, durante la conferenza stampa di presentazione degli eventi programmati per il suo ottantesimo compleanno.
Sempre in quella occasione, dopo aver ascoltato tutto il programma celebrativo – che si protrarrà sino a giugno, grazie all’organizzazione del Klub přátel Josefa Masopusta – l’anziano campione – antidivo per eccellenza, sempre distintosi, in campo e fuori, per saggezza e umiltà – ha commentato: “Credo che tutto ciò vada ben al di là dei miei meriti effettivi. Dopo tutto sono solo uno dei tanti giocatori che hanno indossato la maglia del nostro Paese”.
56 Masopust Con il Pallone d'oro
Il compleanno è stato davvero celebrato con tutti gli onori, con tanti campioni giunti anche dall’estero a rendergli omaggio, primi fra tutti i suoi ex compagni di squadra, ancora viventi, e chiaramente Pavel Nedved (unico ceco ad aver vinto il Pallone d’oro dopo Masopust).
Fra le varie manifestazioni, di grande interesse per gli appassionati si preannuncia una mostra che sta preparando il Národní muzeum, in collaborazione con la Federazione calcistica della Repubblica ceca (Cmfs). Inizierà la seconda settimana di marzo, per durare sino a giugno. In esposizione non solo ricordi della carriera del campione, ma anche una retrospettiva sul calcio cecoslovacco di quel periodo, persino su come il regime condizionava il movimento calcistico e lo sport del tempo.
In onore di Masopust è stata realizzata anche una statua in bronzo, ad altezza naturale, che sarà situata in primavera davanti allo Stadio Na Julisce del Dukla Praha (la squadra dell’esercito, che Masopust in carriera guidò alla vittoria di otto titoli nazionali e di tre Coppe di Cecoslovacchia).
Un serie di festeggiamenti – va detto – che per certi aspetti hanno anche un retrogusto nostalgico. Ricordare oggi con tale enfasi le prodezze calcistiche di Masopust, significa anche sottolineare l’attuale modestia del movimento calcistico ceco, con stadi costantemente semivuoti e con una nazionale che non riesce a risollevarsi, dopo l’addio al calcio di Nedved e dei campioni della sua generazione. Basti pensare a quanto ancora brucia, da queste parti, la mancata partecipazione della Repubblica ceca ai Campionati mondiali del Sud Africa.
Per gli appassionati diventa così quasi inevitabile ricordare con nostalgia le gesta di Josef Masopust, ammirarlo in alcuni rari filmati d’epoca, con quel suo passo da trequartista di razza, che dava del tu al pallone. Forse non velocissimo, ma capace di abbinare a una tecnica sopraffina anche una grande resistenza fisica e una visione di gioco da scienziato del pallone.
Doti sottolineate dallo stesso Pelé, “O Rei”, il quale, impossibilitato di partecipare personalmente ai festeggiamenti, non ha mancato di inviare i suoi auguri al suo vecchio avversario: “Masopust era un trequartista di tale tecnica, da dare l’impressione di essere nato in Brasile, non in Europa. Un tipo di giocatore alla Platini, alla Beckembauer, paragonabile oggi a uno come Xavi. Soprattutto un uomo di grande intelligenza anche fuori dal campo”.

Di Giovanni Usai